Antonio Picarella e il pesce fresco giornaliero

I lunghi viaggi quotidiani a Mazara del Vallo alla ricerca del pescato

Antonio Picarella, detto semplicemente Tonino tra gli amici ed i clienti affettuosi della mitica Pescheria dell’Amicizia, è figlio in seconde nozze del mitico Paolo del polpo di paranza e di scoglio.

I polpi di paranza sono di dimensioni più piccole rispetto ai polpi di scoglio, è solo una questione di ventose! Lo zio Paolo, insieme a Sarmuneddu e Vanni Virga, è stato il venditore più umile di pesce fresco nella nostra Monreale. Erano tempi durissimi per l’economia della nostra città e del Paese; bisognava sopravvivere e sfamare la famiglia. Lo zio Paolo aprì un modesto bugigattolo in via Roma n.55, a trenta metri dall’attuale super location lussuosa del figlio Tonino; dotandosi di un pentolone alimentato a carbonella, esponeva all’esterno del suo piccolo locale, un tavolino in legno e due grandi piatti dove alloggiava e disponeva il suo fresco e squisitissimo polipo. Lo ritagliava come uno scultore, assemblandolo in piccoli tocchi e lo esponeva ai passanti. Era famoso il suo grido di propaganda: “Purpu, purpu, purpiceddu vivu, ruci comu i babbaluci”.

Paolo teneva aperta la sua umile attività fino alle 17,30; vendeva sarde salate ed asinelli di Carini (quando li trovava). E’ stato un padre esemplare per Tonino ed Elvira, figlia del suo primo matrimonio. Paolo adorava il cinema ed era un cliente abituale del vecchio Cinema Imperia diretto da mister Torta. Non si è mai perso un film storico, d’amore e di avventura. Per convincersi della sua presenza in galleria, era sufficiente ascoltare (nei momenti clou dei film comici) la sua famosa risata ciclopica, amplificata dalla sua voce possente e genuina. Tonino cresceva all’ombra del padre ed era un terremoto, discolo e spericolato. Paolo gli regalò una motoretta rumorosissima e Tonino correva scatenato in via Roma, fracassando i timpani dei residenti. Diverse volte lo rimproverai e lui imperterrito mi sfidava convinto. Nello scorrere degli anni che seguirono, Tonino diventò un collaboratore super efficiente del papà Paolo; aveva le idee chiare sul suo futuro commerciale. Dopo la gavetta nel bugigattolo, Tonino approdò nella sua attuale lussuosa location di via Roma N.61. L’avrà ristrutturata, almeno cinque volte per renderla sempre più accogliente, luminosissima e dotata di tutti i comfort per gli impianti di refrigerazione del pesce. Tonino ha, ad addenda, acquistato un grande furgone coibentato per il trasporto del pesce, in parole povere un furgone frigo destinato al trasporto dei prodotti della pesca, a chiusura ermetica e dotato di dispositivi atti ad assicurare la raccolta dell’acqua di fusione del ghiaccio ed evitarne il ristagno.

Tranne lunedì, Tonino si reca quotidianamente a Mazzara del Vallo, Selinunte, Porto Palo, Terrasini e tante altre località per l’acquisto del pesce da mettere in vendita sul banco prestigioso della sua pescheria. Ogni giorno lo vedo arrivare puntualissimo e flippato, alle 7 del mattino. Prima di coricarmi dopo le mie dodici ore di scrittura, lo chiamo sempre al telefono e mi faccio consigliare i pesci di mio gradimento. Accanto a Tonino c’è l’imbattibile sorella Elvira, amica di mia moglie ed affettuosissima amica da circa 40 anni; c’è il figlio, grandissimo ed instancabile lavoratore, un ragazzo molto educato ed umile. Tonino è felicemente sposato da anni, ed è padre di Noemi Picarella, una ragazza superlativamente affascinante ed iperattiva come il padre. Noemi rassomiglia tantissimo al padre. Mi ricordo una giornata drammatica vissuta da Tonino dopo un suo viaggio a Mazara del Vallo per l’acquisto di pescato fresco. Fece ritorno a Monreale, sconfortato e disperato. Dopo avere fatto colazione al bar Mirto, andai a trovarlo in pescheria e mi resi conto dello stato d’animo di Tonino; gli chiesi di accompagnarmi con il suo furgone a Porto Palo. Dissi a Tonino: “Ho parlato al telefono con il mio amico Simone Donati e mi diceva che oggi a Porto Palo ci sarebbe stata una pesca miracolosa”. Tonino mi guardò visibilmente attonito ed aggiunse: “Andiamo, tanto non ho niente da perdere”. Partimmo sena esitare e ritornammo stracarichi di pescato fresco, alle 14,15. Gamberoni imperiali, merluzzi, sogliole, scampi, triglie, branzini, sarde, cicale ed una varietà infinita di pesci piccoli. Euforicamente caricai il mio frigorifero di pesce fresco e Tonino concluse una giornata rigogliosa per il suo portafoglio. Prima di congedarmi, esclamai: ”Se mi telefoneranno per una nuova pesca miracolosa, t’informerò in tempo utile”.