Totò Matranga e le uova di Pasqua

Elezioni, aquiloni e cene luculliane

Lo zio Totò Matranga è devoto alla santa Pasqua ed alla tradizione popolare delle uova di pasqua. Quest’anno per la domenica del primo aprile, domenica successiva al primo plenilunio di primavera, il nostro zio Totò ha voluto consacrare e dedicare la sua vecchiaia alla resurrezione di Gesù di Nazareth ed alla sua ascensione al cielo.

Ha solennemente deliberato di addobbare la sua mitica bottega di frutta con uova sode variopinte, colorate come i colori dell’arcobaleno. Ha fatto volare in cielo dieci di queste straordinarie uova, fissandole ai suoi magici aquiloni e le ha fatte volare in cielo come omaggio speciale a Gesù ed al Padre Celeste. Ho incontrato lo zio Totò nella giornata del tre marzo, alla vigilia del voto elettorale. Abbiamo conversato a lungo e ci siamo intrattenuti per la durata complessiva di tre ore. Mi diceva zio Totò:”Caro professore Salvino Caputo è arrivato il tempo finale della vecchiaia! Sono stanco e sovraccarico di acciacchi fisici, ma amo ancora la vita; adoro la mia famiglia e tutti i miei nipoti, i miei aquiloni e gli amici sinceri”. Per distrarlo e farlo ritornare grintoso, ho chiesto allo zio un suo parere severo sulle elezioni ed il risultato elettorale, all’indomani del voto; mi ha guardato severamente negli occhi ed ha sacramentato esclamando: vinceranno chisti chi stiddi ncazzati; finiu u film ra politica! Si tu ci prometti alla gente un reddito sicuro senza lavorare, chi su fissa i picciotti e le famiglie? I partiti si manciaru l’Italia ed ora siamo tutti rovinati. A miei tempi si lavorava diciotto ore al giorno, alzandosi alle due di notte. Tu, amico mio, l’hai scritto nella tua favola quando mi ricordavi esclamando Totò Matranga, ti ricordi quando s’ammuttava u fumu ca stanga! Non c’è più coraggio, volontà, responsabilità, amore, senso del dovere e del lavoro! Ma che minchia di società abbiamo costruito? Che cazzo di società e lavoro, ci hanno consegnato i politici? Ti prego, amico mio del cuore, parliamo delle uova di pasqua e dei miei aquiloni. Ho voglia di sognare, volare, aggrapparmi al mio aquilone rosso porpora e volare nel blu dipinto di blu”.

Ho abbracciato teneramente il mio grande zione fantastico ed abbiamo fatto una lunga passeggiata per le vie di Monreale, interrotta ogni cinque secondi da baci ed abbracci sinceri della gente. Ci siamo appollaiati come teneri uccelli sulle sedie di un bar presso la piazza Vittorio Emanuele. Abbiamo consumato due prosecchi doc, innaffiandoli con la gazzosa ed un pizzicotto di gin. Alle ore 18, ho riaccompagnato lo zio Totò a casa e prima di congedarmi l’ho invitato ad una cena luculliana presso un noto ristorante monrealese. Lo zio Totò, ”Un Americano a Monreale” è fortissimamente geloso della mia scrittura e delle favole che scrivo e pubblico sul mio preferito quotidiano online “Monreale News.it”, edito dal mio amico direttore Enzo Ganci. Lo Zio Totò è geloso se mi preparo a scrivere una nuova favola dedicata ad altri commercianti ed esercenti di Monreale. Mi spia tramite i suoi figli e nipoti tostissimi e poi rimbrotta con mia moglie, esclamando severamente: “Signora Palazzo, suo marito appartiene solo a Totò Matranga, tutti gli altri non esistono!”.
Evidentemente lo zio Totò soffre e patisce la gelosia! In greco classico, la parola gelosia è sinonimo di amore infinito e di passione. Questa passione, debbo metabolizzarla per stima verso lo zio Totò. In attesa ho chiamato il mio amico Sergio del Giardino degli Aranci ed ho dettato il menù ufficiale per la cena con lo zio americano monrealese. La cena avrebbe avuto il suo incipit alle ore 19 perché alle 20,30 lo zio Totò ama dormire. Antipasto: Cozze scoppiate alla tarantina e Trippa alla palermitana; Cape Sante santissime, innaffiate da piccante peperoncino e Gamberoni alla monrealese; Primo ed unico piatto: Spaghetti con abbondante aglio, olio e peperoncino; Frutta fresca di stagione: Arance di Ribera sanguinelle; Dolce: Semifreddo al caffè. Ad libitum per l’intera cena, “Cerasuolo di Firriato”. Alle 20,15 saldo del conto e di corsa verso via Miceli, per il riposo notturno del guerriero della frutta monrealese.

Debbo sinceramente dire, a distanza di dieci giorni dalla nostra cena presso il Giardino degli Aranci, che lo zio Totò è rinato ed ha gradito intensamente il mio menu. Ha gozzovigliato come nelle sue corde ed ha gradito la sorpresa che gli ho combinato al suo risveglio. Alle 6,30 del mattino l’Americano monrealese si risveglia puntuale e si prepara il caffè. Quel Sabato 17 Marzo 2018, al risveglio Totò si ritrovò accanto una dolcissima ragazza che preparò un caffè ristrettissimo e risistemò il letto del riposo del guerriero. L’Americano era convinto che fosse la sua tenerissima figlia ed esclamò: “Quante cure ed attenzioni questa mattina! Sto sognando o la signoria vostra non è mia figlia?”. Di rimando, la mia simpaticissima amica Letizia replicò: “Don Totò, io sono un’amica di Salvino Caputo che mi ha incaricato di sorvegliarla per l’intera notte, dopo la vostra cena luculliana”. Ora capisco il film, esclamò Totò!: “Signorina lei è stata gentilissima e riservata, la ringrazio di cuore e le auguro tantissima felicità e gioia nella vita. Dopo il caffè, mi vesto e le chiedo con gentilezza di accompagnarmi al mio negozio di frutta nel Corso Pietro Novelli”. Le omaggerò tantissima frutta e chiamerò un taxi per riportarla a casa. Conosco bene la santa pazienza delle figlie del nostro lupus in fabula, ma tutto sommato Totò è stato figlio del suo tempo ed ha sfidato la curvatura di un tempo tiranno con il suo lavoro, l’allegria e l’amore per i figli, le figlie, nipoti, la moglie ed i suoi passatempi preferiti.

DAL LIBRO PARAMUTIA 2017 BY SALVINO CAPUTO _(c) Copyright e Tutti i diritti riservati ISBN E SIAE