Sabato 27 escursione sulle sponde del fiume Sant’Elia

L’iniziativa è inserita nel festival "Cammino in Festa 2023 - Sulle tracce dei Mille dal 18 al 28 Maggio 2023"

MONREALE, 17 maggio – Sabato 27 maggio in programma una passeggiata mattutina sulle sponde del fiume Sant'Elia che da sempre ha dato energia vitale a Pioppo ed è stato centro di vicende storico-politiche antiche e moderne. L'attività è inserita nel festival "Cammino in Festa 2023 - Sulle tracce dei Mille dal 18 al 28 Maggio 2023".

La lunghezza totale del percorso è di un chilometro e l'escursione durerà 3 ore e 30 minuti, ad accompagnare i partecipanti le guide naturalistiche Giovanni Purpura e Rosaria Acquaro.
Raduno previsto alle ore 10 in via Provinciale (traversa della Strada Statale 186) alle spalle della Stazione dei carabinieri di Pioppo (luogo di parcheggio delle auto), si proseguirà per via San Giuseppe e il sentiero forestale fino ad arrivare alla cascatella Naca Nica. Età minima consigliata è 11 anni.
Per motivi organizzativi è necessario è necessario iscriversi a questo link: https://oooh.events/evento/le-sorgenti-delloreto-passeggiata-naturalistica-lungo-il-corso-del-torrente-santelia-a-pioppo-biglietti/

LA STORIA
Il fiume Oreto, che si estende per circa 20 chilometri nei territori dei comuni di Altofonte, Monreale e Palermo, trae la sua origine nella Portella Renda (786 m s.l.m.), tra il monte Matassaro Renna e il Cozzo Aglisotto nella frazione di Pioppo. Questo primo tratto prende il nome di Torrente Sant’Elia che dopo pochi chilometri, ricevendo le acque provenienti da Est dal Vallone di Fontanafredda, cambia denominazione in Fiumelato di Meccini presso Altofonte. Tutti questi affluenti che scorrono nell’antica Conca d’Oro all’altezza del Ponte di Parco presso il Timpone Leto si trasformano nel vero e proprio fiume Oreto che mantiene questa denominazione fino alla foce, tra Sant'Erasmo e Romagnolo.

Numerosi storici e viaggiatori descrissero nelle loro pubblicazioni la Valle dell’Oreto e il suo fiume costituendo una vera e propria "letteratura", che va dagli scritti di autori arabi come Ibn Hawqal e Ibn Gubayr, fino a Leandro Alberti ("Descrittione di tutta Italia", Bologna 1550) giunto a Palermo nel 1526, del frate domenicano Tommaso Fazello autore del primo libro a stampa sulla storia della Sicilia (De Rebus Siculis Decades Duae, Palermo 1558), del Marchese di Villabianca autore, in uno dei suoi numerosi Opuscoli della Fontanagrafia Oretea, di un'accurata descrizione di tutto il sistema idrogeologico palermitano, fino a Vincenzo Di Giovanni autore nel 1889 de "La topografia antica di Palermo dal secolo X al XV".

Le lodi innalzate all'Oreto da questi autori non erano solamente per la maggior quantità d’acqua o per le evidenze storiche e monumentali che caratterizzavano le sue rive, ma soprattutto per la bellezza dell’ambiente naturale ricco di fauna (aironi, rosselli, poiane, gufi, anatre, cefali, anguille, lupi, cervi, volpi, istrici, daini, cinghiali) e per la coltivazione della canna da zucchero o cannamela e di arance, limoni, melanzane, carrube, cotone, riso, pesche, albicocche e datteri (dattileto della Favara).

Tra il XII e il XVI secolo le periodiche alluvioni ed esondazioni hanno determinato, secondo quanto riferito nel 1911 dal geografo Paolo Revelli, continui spostamenti dell’alveo del fiume lasciando all’asciutto il Ponte dell’Ammiraglio e rendendo necessaria la costruzione di un nuovo ponte detto delle ‘Teste mozze’ ritrovato nel 2014 dalla Soprintendenza di Palermo