"Gli Invisibili" è la mostra di Lavinia Caminiti inaugurata oggi pomeriggio
L'esposizione visitabile presso la Galleria "Giuseppe Sciortino"
MONREALE, 4 maggio – Oggi l'immagine vale più di tante parole, però quando le immagini forti di stragi e omicidi di mafia sono raccontate eloquentemente tutte insieme, ecco che prende corpo un senso di sgomento ed allo stesso tempo di consapevolezza che stare dalla parte della legalità è la scelta vincente per non dimenticare.
È questo il senso dell'esposizione di Lavinia Caminiti, nota fotografa palermitana, nella galleria d'arte moderna “Giuseppe Sciortino” che a partire da oggi fino al 15 maggio potrà essere visitata. È stato l'impegno ed la tenacia dell'istituto comprensivo “Guglielmo II”, a portare nella cittadina normanna la mostra fotografica “Gli Invisibili”, con il patrocinio dell'assessorato alla Pubblica Istruzione di Monreale e la sponsorizzazione degli avvocati Walter Miceli e Fabio Ganci.
Un importante parterre di ospiti ha salutato l'inaugurazione della mostra che ha visto gli interventi di Nadia Granà, di Fabio Ganci, della stessa autrice de “Gli Invisibili” Lavinia Caminiti, del dirigente della “Guglielmo II” Claudio Leto, del presidente della ANM di Caltanissetta (Associazione Nazionale Magistrati), Fernando Asaro, di Matteo Frasca, giudice della corte d'appello di Palermo e presidente dell'ANM di Palermo e Giovanni Chinnici, figlio di Rocco e presidente dell'omonima fondazione.
“Abbiamo voluto inaugurare proprio il 4 maggio la mostra – ha sostenuto l'assessore Nadia Granà - in occasione del 35° anniversario dell'omicidio del capitano Basile. Sono entusiasta di aver conosciuto Lavinia, una splendida persona sotto il profilo umano e professionale, dotata di una sensibilità fuori dal comune. Il suo progetto “Gli Invisibili” nasce per documentare la Sicilia, i luoghi testimoni di delitti efferati, mettendoli a confronto con documenti prodotti immediatamente dopo i delitti. Questo rende evidente come persino le tragedie più difficili da sopportare siano cadute in alcuni casi nell'oblio della stessa generazione che le ha vissute, o che siano sconosciute alle nuove generazioni. Auspico una partecipazione attiva delle scuole che possa generare dibattiti e incontri anche con testimoni di questi fatti luttuosi, per non dimenticare”.
Fabio Ganci nel suo intervento ha voluto ricordare la figura di Emanuele Basile, attraverso un racconto dettagliato di quel maledetto 4 maggio quando il capitano tarantino fu ucciso barbaramente dalla mafia con in braccio la sua bambina e la moglie accanto. Un dolore che ha indotto la figlia e la moglie a non tornare più a Monreale, ed auspicato che attraverso le azioni quotidiane di comportamenti virtuosi i familiari di Basile possano ritornare.
Il filo rosso che lega ormai da diversi anni l'azione del piano dell'offerta formativa della Guglielmo II è la legalità ed è su questo che si è imperniato l'intervento di Leto. “Il ruolo di noi educatori è quello di insegnare una coscienza dello Stato e della democrazia. Noi saremo presenti in ogni iniziativa che vada in questa direzione. L'anno scorso abbiamo assistito, a Villa Niscemi, alla mostra di Lavinia Caminiti ed abbiamo subito pensato di proporla a Monreale ed in particolare nel mese di maggio”.
Durante questa mostra saranno gli stessi ragazzi della “Guglielmo II” a fare da Cicerone ai visitatori e per questo sono stati ottimamente preparati dai loro docenti proprio a corroborare questa loro vocazione all'impegno verso la legalità.
“Si può parlare di legalità in un linguaggio diverso – ha detto Lavinia Caminiti – attraverso la fotografia, il teatro e la musica. Ho voluto fotografare i luoghi in cui si sono verificati orribili omicidi di mafia come sono oggi affiancati dagli articoli di giornale dell'epoca che ritraevano gli stessi luoghi. Ho riscontrato in tantissimi casi un grande degrado, molti di questi luoghi non hanno nemmeno una targa in ricordo. Sono caduti nel dimenticatoio. Questo progetto, che nasce tre anni fa, va verso il ricordo per non dimenticare”.
Gli interventi dei due magistrati, Frasca e Asaro, si sono concentrati, oltre che sulla bellezza della mostra, sulla capacità statica della fotografia che da sola è molto più incisiva. “Lavinia - ha concluso così il suo intervento Frasca – ha avuto la capacità su attualizzare la memoria”. “Per conoscere la mafia – ha infine sostenuto Asaro – dobbiamo vedere con i nostri occhi i luoghi in cui opera, purtroppo Palermo è una città distratta ed indifferente ai delitti di mafia che si sono verificati negli anni 70, 80 e 90, ma queste iniziative servono a non dimenticare e questo vale tanto per noi adulti quanto per i nostri studenti”. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Giovanni Chinnici: “I ragazzi si devono impadronire della storia e la devono tramandare”.
Un ricordo particolare lo ha voluto esprimere anche Manuela Quadrante, consigliere comunale, che sebbene non abbia conosciuto il capitano Basile, lo ricorda attraverso il liceo che porta il suo nome.
Il pomeriggio si è concluso con una bella, a tratti divertente ma anche profondamente drammatica l' esibizione dell'attore palermitano Salvo Piparo accompagnato da Riccardo Lo Bue al violoncello.
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