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La festa del Crocifisso non sia una sagra delle vanità, ma motivo di riflessione sulla fede

| Enzo Ganci | Eventi

Processione dedicata a Riccardo La Bruna ed Alessandro Faraci

MONREALE, 3 maggio – “Non possiamo portare Cristo crocifisso sulle spalle per un giorno se non siamo disposti a caricarci sulle spalle i pesi dei nostri fratelli oppressi dall’insicurezza e dall’angoscia, se non siamo disposti a toccare con mano le piaghe del Signore”.

Sono solo alcune parole pronunciate dall’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, nel corso dell’omelia del solenne pontificale di oggi, funzione che procede, come di consueto, la grande processione di oggi pomeriggio.
Il presule, nel suo lungo discorso, ha fatto ancora riferimento al mistero della Croce, vissuta, non come simbolo di morte e di sconfitta, ma di vittoria “sul peccato e sulla morte”, come lui stesso ha sottolineato.

Alla cerimonia, interrotta per una decina di minuti a causa di un improvviso malore che ha colpito uno dei fedeli, probabilmente per il caldo (prontamente soccorso dal personale addetto), hanno partecipato, come ogni anno, centinaia di persone. La celebrazione, infatti, avvenuta alla presenza di numerose autorità civili e militari, rappresenta uno degli appuntamenti più importanti della giornata, in attesa che il simulacro, nel pomeriggio inizi il suo viaggio lungo le vie cittadine.

“La festa del SS.Crocifisso, che costituisce uno dei momenti più espressivi della identità storica, culturale e religiosa di questa città – ha detto ancora monsignor Pennisi - non può essere una parentesi, che ci distrae e ci fa dimenticare per qualche giorno i drammi della vita quotidiana di tanta gente, ma l’occasione , contemplando Gesù Crocifisso, per dare un senso profondo alle gioie e alle speranze, alle tristezze e alle angosce degli uomini e delle donne, soprattutto dei poveri e di coloro che soffrono, dei malati, degli immigrati che hanno trovato nel mar Mediterraneo il loro cimitero, dei terremotati del Nepal, delle persone che sono nel lutto per la perdita di una persona cara, per i disoccupati.

La festa del SS.Crocifisso - ha concluso il presule - non può ridursi a una sagra delle vanità e dello spreco di risorse , ma deve essere motivo di riflessione sulla nostra fede, di conversione del cuore, di pentimento dei nostri peccati , di proposito di vivere una vita nuova e di impegno generoso di carità per venire incontro ai nostri fratelli e sorelle bisognosi di affetto, di consolazione, di cure, di cibo, di vestiti, di lavoro, di accoglienza, di speranza e della città”.

Al termine della cerimonia, il presidente della confraternita Valentino Mirto ha consegnato i riconoscimenti di ringraziamento alle numerose autorità intervenute. “Questa festa – ha detto Mirto – la dedichiamo a Riccardo La Bruna ed Alessandro Faraci, che ci hanno da poco lasciati. Il biaggio lo faremo anche per loro”.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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