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''Dialogo sulla corruzione'', domani si presenta il libro di monsignor Pennisi e Claudio Sammartino

Appuntamento alle ore 16 a palazzo arcivescovile

Carissimo direttore,
recentemente è stato ricordato il 40° anniversario della tragica scomparsa di Piersanti Mattarella con una seduta solenne dell’ARS, alla presenza del Capo dello Stato. Mattarella aveva una forte identità morale, culturale e politica, rispettosa delle regole democratiche. Da qui, la sua costante ed incisiva lotta agli abusi, alle sopraffazioni, alla corruzione, alla mentalità mafiosa.

Egli invitava i giovani ad impegnarsi in politica, ma in primo luogo a studiare per ottenere una posizione lavorativa ed una indipendenza economica. Concepiva, dunque, la politica non come una professione ma come un prezioso e disinteressato servizio alla collettività per il bene comune.
Il processo di rinnovamento da lui avviato con ferma e coraggiosa determinazione fu drasticamente interrotto con la sua barbara uccisione. Purtroppo, ancora oggi, dobbiamo constatare l’esistenza di un netto divario tra Paese reale e Paese legale, tra società civile e poteri pubblici, oltre alla lentezza ed alla scarsa efficacia della giustizia statale .
E’ riconosciuto che corruzione ed illegalità sono ampiamente diffusi nel nostro Paese. Nei giorni scorsi la procura di Catanzaro, guidata dal coraggioso magistrato Nicola Gratteri, ha svelato una fitta rete di intrecci tra criminalità organizzata e politica ed ha messo in luce la facilità e la permeabilità dei quadri della pubblica amministrazione. E’ noto che anche la Sicilia risulta tra le regioni dove l’illegalità e la corruzione sono particolarmente diffusi.
Molto opportuno è, dunque, il convegno che avrà luogo nel pomeriggio di domani nei locali del Palazzo Arcivescovile, promosso dalla nostra Arcidiocesi per presentare il prezioso volume “Dialogo sulla corruzione”, ricco anche di suggerimenti concreti, scritto dall’ arcivescovo Monsignor Michele Pennisi e da Claudio Sammartino, attuale prefetto di Catania.
Interverranno Don Luigi Ciotti, Carlo Mosca, già Prefetto e Consigliere di Stato e Giuseppe Pignatone, da poco nominato Presidente del Tribunale della Città del Vaticano.

Per Monsignor Pennisi la disaffezione dei giovani ed il loro pessimismo derivano in gran parte da un certo modo di fare politica caratterizzata dal tornaconto personale e dalla corruzione dilagante. Il Presule ha anche decisamente e ripetutamente affermato la necessità che la Chiesa senta la sua responsabilità nei confronti dei poveri, dei lavoratori, dei bisogni del territorio e che non si rinchiuda nel culto. Egli ha sempre auspicato una maggiore sensibilità da parte dei cattolici ed una loro partecipazione più convinta e competente alle vicende sociali e politiche delle nostre città. Un modello alto di buona politica, per Monsignor Pennisi, ci viene dato da Don Luigi Sturzo che “giocò la sua identità cristiana e sacerdotale nel vivo di un impegno politico diretto”.
Come ha sottolineato nel suo messaggio di fine anno il Presidente della Repubblica “solo creando le condizioni per potere esprimere senza ostacoli e difficoltà tutte le risorse di umanità, di ingegno di cui disponiamo possiamo recuperare la fiducia in un futuro migliore. A tal fine è decisivo il buon funzionamento delle pubbliche istituzioni che devono alimentarla favorendo la coesione sociale”.
Anche Papa Francesco, in diverse circostanze, ha definito la corruzione “la peggiore piaga sociale”, considerandola all’origine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, del degrado e del mancato sviluppo.
E’ auspicabile, dunque, una partecipazione attenta e numerosa dei consiglieri comunali, degli amministratori e della classe dirigente della nostra cittadina e dei paesi viciniori al convegno suddetto, non solo per verificare il loro grado di sensibilità nei confronti delle criticità che frenano lo sviluppo dei nostri territori e la loro volontà di avere “le carte in regola”, ma anche per far nascere una nuova consapevolezza e una nuova speranza nella società civile.