Carmine, quei lavori che non finiscono mai…

MONREALE, 22 giugno – Se c’è una cosa della quale certamente (sottolineiamo il certamente) l’amministrazione comunale uscente non andrà fiera è l’andamento dei lavori del quartiere Carmine.

Fra i numerosi risultati ottenuti, debitamente sottolineati dalla stampa locale e ampiamente premiati dall’elettorato alle ultime amministrative, i lavori di riqualificazione di uno dei rioni più antichi della città e nucleo della storia locale, costituiscono una evidente eccezione.
Sono passati, infatti, quasi quattro anni da quel 20 novembre 2020, subito dopo il lockdown, quando, alla presenza, tra gli altri, anche del compianto assessore Geppino Pupella, il comune avviava i lavori assegnandoli alla Coestra srl, la ditta che si era aggiudicata l’appalto.

Era un giorno di grande speranza, perché tutti avevamo maturato la determinazione che quei lavori avrebbero dato (e certamente daranno) una nuova fisionomia ad un quartiere dal quale passa la storia di Monreale, ma che per degrado ed usura del tempo, necessitava di interventi di rilievo per tornare a recitare quel ruolo di cuore pulsante del centro abitato cittadino.
I mesi successivi erano stati una gara fra chi (giustamente) rivendicava un ruolo decisivo nel percorso che aveva portato all’apertura del cantiere: dalle amministrazioni precedenti, il cui iter amministrativo era stato opportunamente propedeutico; ai partiti allora al governo nazionale, grazie al cui impegno erano arrivati a Monreale i fondi necessari alla realizzazione dei lavori.

Poi, però, qualcosa si è rotto ed anche in maniera evidente. Tanto dal punto di vista pratico, con il cantiere che ha operato a singhiozzo (eufemismo), quanto da quello della comunicazione, poiché a parte qualche sporadico zoom della stampa locale (compresa la nostra testata), sull’andamento degli interventi nel quartiere è calato un sostanziale silenzio.
Nel frattempo i residenti, sebbene blanditi dall’idea di dover vivere in futuro in un rione riqualificato e prestigioso, hanno dovuto sopportare e (ahimè) continuano a sopportare pesanti disagi, che hanno messo a dura prova la loro resistenza ed hanno reso quanto mai grama l’organizzazione della loro vita quotidiana.

Le pagine di cronaca delle varie testate locali sono state piene di notizie di interruzioni della fornitura idrica, della connessione internet, di quella telefonica. Per non parlare della fastidiosa convivenza col fango, con le pozzanghere e financo con i topi e gli scarafaggi, che durante questi anni di lavori l’hanno fatta da padroni.
Ciliegina sulla torta: l’isolamento di alcune abitazioni che hanno riscontrato evidenti difficoltà soprattutto in casi di emergenza, quando, per essere chiari, era necessario l’intervento del 118.

Tutti disagi che non abbiamo inventato noi, ma che da cronisti, assieme ad altri attenti colleghi, abbiamo meticolosamente dovuto registrare.
Tutti disagi, va aggiunto, che certamente era impossibile non dover sopportare, perché la bacchetta magica non ce l’ha nessuno, che forse, anzi certamente, però, erano da limitare nel tempo.

E invece, il risultato è che la conclusione, prevista inizialmente per il novembre 2022, non è ancora avvenuta, benchè il calendario indichi che siamo già alle porte del secondo semestre del 2024. “Solo” due anni di ritardo, che, pur con tutte le possibili scusanti, è davvero difficile accettare.
Non le accettiamo noi, non le accettano, ancor di più, i residenti, prigionieri ancora in casa propria ed ormai abbondantemente esasperati.

Sinceramente ci saremmo aspettati un atteggiamento più deciso, diciamo anche “incazzato” dell’amministrazione comunale, che, come sempre ha fatto, deve mirare al benessere ad alla prosperità dei propri cittadini. Obiettivo che, purtroppo, in questo caso, ci spiace doverlo evidenziare, non è stato raggiunto.

Adesso, ci sembra pure brutto, oltre che poco utile, chiedere ancora una volta notizie circa la conclusione dei lavori. Troppe volte abbiamo sperato di essere alla retta d’arrivo con lo striscione a poche centinaia di metri. Altrettante volte, però, questa speranza si è rivelata vana. Preferiremo salutare, quando sarà (e speriamo davvero presto) la conclusione dei lavori e la rinascita di un quartiere storia viva della nostra città, da troppo tempo messo in ginocchio, da troppo tempo vessato.