Se il mostro ce lo abbiamo accanto

MONREALE, 6 settembre – Venerdì sera era stata una bella sera. A Villa Savoia, alla presenza delle istituzioni, avevamo tutti riflettuto profondamente e proficuamente su un tema attuale e scottante: quello della violenza di genere, che difficilmente come in questa estate, ci ha dispensato sdegno e sgomento.

Troppo difficile farsi scivolare addosso gli accadimenti del Foro Italico, dove sette ragazzini, organizzati a mo' di vero e proprio branco, hanno stuprato una ragazza di 19 anni. Venerdì eravamo tornati a casa con il cuore gonfio, probabilmente speranzosi che ciò che è successo appartenesse solo al passato. In ciascuno di noi c'era la convinzione, o magari solo la speranza, che quei fatti si allontanassero o perlomeno che bruciassero un po' meno sulla pelle di ciascuno.

E invece no. Invece ci accorgiamo che il mostro del quale a volte leggiamo con sdegno sui giornali, ce lo abbiamo accanto. Vive nella nostra stessa città e, chissà, forse lo abbiamo incontrato tante volte per strada. E leggere (per noi della stampa anche scrivere) di violenze perpetrate ai danni di bambine, di figlie piccole, ancora di più ci fa rivoltare lo stomaco. “Un senso di profonda repulsione” ci prende, come ha giustamente osservato il sindaco Alberto Arcidiacono, classificando, a nome di tutta la cittadinanza che lui rappresenta, un gesto che non appartiene nemmeno al mondo animale.
Guai però a farsi prendere dallo scoramento, seppur fisiologico. Guai a ritenere che non esista una valida forma di contrasto di fronte a queste brutalità.

Anzi, a maggior ragione, proprio adesso occorre remare con sempre maggiore forza, e tutti nella stessa direzione, per lavorare tutti assieme per educare, sempre di più, le coscienze, soprattutto quelle più giovani.
Le scuole, a cui è demandata una parte importante dell'educazione civica, lo sappiamo per certo, spendono tante ore del loro tempo e investono molte delle loro energie per contrastare la violenza in generale e quella di genere in particolare.
Ad essa rivolgiamo la preghiera di intensificare gli sforzi, sperando nell'arrivo di fondi all'uopo destinati. Il resto devono farlo le istituzioni, ivi comprese quelle religiose, a cominciare dalle parrocchie, dove per decenni diverse generazioni di cittadini si sono formate ed hanno imparato il rispetto di determinati valori.

Ma nessuno può mettere in secondo piano l'importanza, il valore e la funzione della famiglia, che deve essere la roccia della formazione dei giovani, il nucleo nel quale ogni cittadino deve capire cosa è bene cosa non lo è.
Solo se ciascuno farà fino in fondo la propria parte potremo sperare di vedere diminuire il numero di episodi come quelli ai quali assistiamo in questi giorni, che, invece, come purtroppo ci dicono le statistiche, a Palermo sono in netto aumento.
Occorre una presa di coscienza da parte di tutti. Prima che il lavoro debbano farlo solo le forze dell'ordine, come avviene in questi casi. Prima che ci si abitui a leggere con indifferenza notizie come quelle attuali.  E soprattutto prima che sia troppo tardi.