MONREALE, 11 gennaio – Ancora una volta assistiamo in questi giorni ad uno scenario già visto, da quando, negli ultimi due anni, la pandemia e il conseguente fenomeno del contagio da coronavirus hanno costretto anche la scuola a fare i conti con una realtà mai vista prima.
Se fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile, infatti, procrastinare il rientro a scuola dopo la pausa natalizia, oggi, ancora una volta dopo lo scorso anno, ci ritroviamo di fronte allo stesso scenario. La ripresa delle attività didattiche nelle scuole viene messa in crisi a causa del Covid, ma la cosa che stavolta fa discutere è sicuramente l'assenza di una precisa strategia adottata per supportare, nonostante tutto, tale ripartenza.
Ben lungi da riadattamenti del calendario scolastico con l'allungamento di tre giorni delle vacanze natalizie, salvo nuove decisioni dell'ultima ora, la scuola ha oggi più che mai bisogno che le siano accanto per ripartire tutti quei servizi che possano esserle d'aiuto per la riapertura in sicurezza, a partire da quelli sanitari insieme con l'apporto di specifiche risorse appositamente destinate. Partendo dal tracciamento occorre che esso sia sistematico e ben organizzato attraverso specifici screening sulla popolazione scolastica, fondamentali per la riapertura e garantire presìdi di sicurezza a tutti i lavoratori mediante la fornitura di mascherine FFP2, accogliendo le richieste dei dirigenti scolastici che invece in questi giorni stanno già iniziando a provvedere autonomamente. Senza pensare all'esigenza di garantire le risorse umane per rendere effettiva la didattica in presenza anche a causa dell'aumento di positività tra il personale scolastico e non che non potrà certamente tornare subito a scuola.
Se consideriamo tutto ciò, unitamente alla necessità che i dati sui contagi che emergeranno dal tracciamento siano forniti in maniera repentina a sindaci e dirigenti scolastici, occorre riprogrammare la ripartenza della scuola su dati certi, riscontrabili e soprattutto in piena sicurezza. Il punto della questione in queste ore non è certo la querelle tra didattica in presenza e ricorso alla didattica a distanza, ma semmai la possibilità di servirsi di quest'ultima eventualmente per il tempo necessario a rendere sicura la scuola, per consentire che vengano realizzate nel più breve tempo possibile le necessarie condizioni di sicurezza propedeutiche al rientro a scuola.
Se davvero, come ha ribadito nel corso della conferenza stampa tenuta ieri sera il presidente del Consiglio Mario Draghi, la scuola deve essere in presenza, si mettano in campo anche per un territorio come quello siciliano, colpito in questi giorni dalla recrudescenza pandemica, tutte le strategie occorrenti e urgenti di cui essa oggi necessita. Viceversa il monito lanciato dal governo rischia di restare uno slogan che nei fatti concreti non trova riscontro in maniera uniforme e sicura su tutto il territorio nazionale e la Sicilia di tenere le scuole in stand by non può proprio permetterselo. Ecco perché chi è preposto a dare risposte al mondo della scuola, deve darle subito affinché si possa nel più breve tempo possibile tornare all'attività didattica di cui i nostri giovani hanno tanto bisogno; qualora ciò ancora non fosse possibile in presenza, almeno lo si faccia a ''distanza'', ma diciamo basta a prolungate vacanze che rappresentano un vuoto e un'assenza di risposte che vanno urgentemente colmati.
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