Due secoli di restauri del duomo di Monreale in un prezioso volume

Presentato ieri a palazzo arcivescovile il libro di Cristina Sbacchi

MONREALE, 26 febbraio – E’ stato presentato ieri a palazzo arcivescovile il volume “Storia dei Restauri dei mosaici del Duomo di Monreale dagli inizi del XIX alla fine del XX secolo”, redatto dall’architetto monrealese Cristina Sbacchi, pubblicato a cura dell’associazione "Genius Loci Palermo.

 
Il libro illustra come il duomo sia stato un cantiere sempre aperto con continui restauri, ristrutturazioni, lavaggi dei mosaici. Parla, per esempio dell’incendio del 1811 in seguito al quale il governo borbonico nel 1817 aprì un imponente cantiere di ricostruzione sotto la direzione della regia deputazione dei restauri.
L’opera di Cristina Sbacchi nasce da una minuziosa ricerca archivistica da lei condotta al termine degli studi di Architettura presso l'Università degli Studi di Palermo, ed è di grande interesse scientifico. La lunga ricerca documentaria di tipo archivistico è stata portata avanti grazie alla disponibilità del professore Giuseppe Schirò, archivista dell’archivio storico diocesano che gli ha permesso di consultare i dieci faldoni, divisi in cinque sezioni, intitolati "Il Duomo di Monreale cantiere permanente".

“Siamo grati a Cristina Sbacchi – ha detto l’arcivescovo , Michele Pennisi – attenta studiosa dei restauri musivi del duomo di Monreale per questo prezioso volume, che ci racconta i restauri eseguiti nel XIX secolo e dai quali si evince quanto laborioso sia il processo di restauro, di questo straordinario tesoro definito “toto orbe terrarum celeberrimum et pulcherrimun”,oggi inserito nella lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco .
 
Il contributo originale del volume, arricchito da un ricco repertorio iconografico in parte inedito è quello di fornire una maggiore comprensione dei cambiamenti apportati ai paramenti musivi dalle origini al XX secolo.
Ci auguriamo che la pubblicazione di quest’opera susciti una sinergia fra l’arcidiocesi di Monreale proprietaria e custode del Duomo, la fabbriceria, la soprintendenza ai beni Culturali di Palermo, il Comitato di pilotaggio dei siti Unesco e altri Enti pubblici e privati per reperire le competenze e le risorse per una sollecita e tempestiva vigilanza attiva su questo monumento sacro che è un cantiere sempre aperto”.