Adesso al suo posto c'è la “Sala della Pace”
Durante il secolo scorso, c’è stato un periodo in cui a Monreale, perseguendo un maldestro e velleitario “modernismo” urbanistico, non ci si faceva scrupolo di demolire edifici storici per far spazio a nuove costruzioni, peraltro spesso di discutibile gusto estetico.
In quest’ambito, emblematico è il caso dell’antica chiesa di San Pietro, che è stata distrutta nel 1960 per provvedere all’edificazione della “Sala della Pace” (foto in basso), il cui stile architettonico - diciamolo in tutta franchezza - nulla ha a che vedere con il contesto urbano in cui è inserita.
Poche, pochissime sono le descrizioni e le immagini che abbiamo di questa chiesa; sappiamo che è stata costruita nei primi anni del XVIII secolo (probabilmente fra il 1707 e il 1708), epoca in cui la guida dell’Arcidiocesi di Monreale - che contava allora circa 5700 abitanti - era affidata al cardinale Francesco del Giudice, che era anche viceré di Sicilia e inquisitore generale di Spagna. Sappiamo inoltre che era ad unica navata e che la realizzazione del cappellone e dell’altare, posizionato ad oriente, risale al 1733.
La chiesa si trovava all’interno del quartiere della Ciambra, il più antico della città, esattamente all’angolo fra la via Benedetto D’Acquisto e la via Arcivescovado, con ingresso in posizione frontale rispetto al Palazzo Reale, dov’è stato ospitato per anni il seminario dei Chierici Rossi, fondato nel 1822 da monsignor Benedetto Balsamo, al quale si deve anche l’istituzione dell’Opera Pia “Albergo dei Poveri”, oggi a lui intitolata.
Nella parte sinistra dell’immagine fotografica che pubblichiamo, risalente ai primi anni del ‘900, si ha una visione solo parziale della chiesa di San Pietro, che tuttavia consente in qualche modo di individuarne le caratteristiche estetiche esteriori.
Nel corso del ‘900 non sono stati purtroppo pochi gli irreversibili “scempi” urbanistici che Monreale ha silenziosamente subìto: basti pensare alla sorte del Monastero di San Castrense, edificato nel 1499 e demolito durante il ventennio fascista per la costruzione dello stabile che oggi ospita la sede del Corpo di Polizia Municipale ed alcuni uffici comunali. Ma questa è un’altra (triste) storia.