Il luogo prende il nome dall’arcivescovo che la fondò nel 1591. LE FOTO
MONREALE, 25 maggio – Il “Maggio dei libri” è la campagna nazionale per la promozione della lettura a cui Monreale partecipa per il secondo anno con appuntamenti che sempre girano attorno ai libri, e molto interessanti sono quelle iniziative che ci invitano a conoscere il prezioso patrimonio librario della nostra cittadina.
Ieri, proprio a questo proposito, si è svolto un incontro alla biblioteca Torres con il direttore don Giuseppe Ruggirello e le bibliotecarie Marzia Sorrentino e Valeria Mercurio, che ha portato i numerosi intervenuti in un suggestivo viaggio intorno al continente-libro che comprende anche la storia della stessa Torres: l’arcivescovo monsignor Gualtiero Isacchi ha personalmente accolto i convenuti in uno dei luoghi più affascinanti di Monreale, ricco di storie ancora da scoprire ma inserito nel presente, che dialoga con altre prestigiose raccolte non solo italiane attraverso la dettagliata catalogazione dei propri reperti.
La biblioteca Ludovico II De Torres del Seminario arcivescovile ha una tradizione gloriosa. È stata fondata nel 1591 dal cardinale da cui prende il nome, un uomo che conosceva Monreale anche prima di esserne l’arcivescovo. Ludovico De Torres era nato nel 1551 a Roma. Nel 1574, quando ha solo 23 anni, un suo zio dallo stesso nome diventa arcivescovo di Monreale e lo nomina vicario generale. Alla morte dello zio il giovane Torres torna a Roma dove vive nello stimolante clima della riforma tridentina, riceve incarichi importanti. Nel 1588, su proposta del re di Spagna, viene nominato arcivescovo di Monreale e s’impegna a costruire un seminario per la formazione religiosa e culturale dei futuri sacerdoti. Manterrà la promessa e farà molto di più.
Nel 1702 il benedettino Michele Del Giudice avrebbe scritto che Torres aveva donato al seminario la sua ricca biblioteca e la quadreria comprendente quasi trecento ritratti: come spesso accade nelle biblioteche ecclesiastiche, una bolla di scomunica avrebbe colpito gli eventuali ladri ma non sempre la minaccia sortì il suo effetto. Negli anni dell’abbandono, nella seconda metà del secolo scorso, ci sono stati anche furti. Ci sono volute molta solerzia e anche fortuna per recuperare i libri rubati, finiti anche nei musei americani.
Una biblioteca ricca di edizioni rare come la Torres racconta molte cose anche intorno ai suoi libri, riportandoci alla storia della società. Che dire di un’edizione portoghese, stampata a Goa nel 1563 col titolo Coloquios dos simples e drogas e cousas medicinais de india? È la prima opera scritta da un europeo su piante e farmacopea Indiana, attraverso quali circostanze e incontri è arrivata a Monreale? Molte cose si possono comprendere provando a osservare le reti economico-culturali che crescono attorno ai libri, e c’è anche la censura: una spessa riga nera cancella quello che non dev’essere letto. Mai più. Perché il nero dell’inchiostro censorio è corrosivo, una volta applicato non sbiadisce. Piuttosto corrode la pagina, cancella per sempre mentre ci lascia osservare le paure e le proibizioni di tutta un’epoca.
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