Il poeta monrealese nacque il 7 gennaio del 1543
MONREALE, 7 gennaio – Sono passati ben 480 anni dalla nascita di Antonio Veneziano, illustre monrealese, grande poeta del tardo Rinascimento europeo.
Lo vogliamo onorare, oggi, attraverso il ricordo della pubblicazione del libro delle sue rime a cura di Gaetana Maria Rinaldi, partendo dal suo ritratto di grande poeta la cui opera, come è stato sottolineato da diversi studiosi, necessita ancora di essere studiata e approfondita in maniera sistematica.
Antonio Veneziano nacque a Monreale il 7 gennaio del 1543 e morì a Palermo nel 1593, fu intellettuale di grande cultura umanistica ed ebbe importanti incarichi nonostante le sue vicende giudiziarie a Monreale e a Palermo. La sua svolta letteraria si ebbe a seguito di un rocambolesco evento che lo vide protagonista quando, il 26 aprile del 1578, la galera su cui viaggiava verso Madrid al seguito di quella del presidente del regno don Carlo d’Aragona Tagliavia, fu costretta alla resa dai pirati che lo fecero prigioniero: restò dunque ad Algeri dove conobbe Cervantes, autore del "Don Chisciotte", il quale gli inviò le sue octavas reales il 6 novembre del 1579, dedicandogli un vero e proprio poemetto, mentre il 28 novembre del 1580 siamo certi che il poeta rientrò a Monreale dove compare davanti a un notaio. Morì il 19 agosto del 1593 nell’esplosione del carcere del Castello a Mare, dove era detenuto. Dalle fonti pervenute sappiamo che fu assai stimato da Tasso il quale, partito alla volta di Palermo per conoscerlo, venuto a sapere della sua morte tornò però indietro.
La rappresentazione iconografica del poeta più nota è quella, di cui disponiamo ancora oggi, all’interno della sala rossa del municipio di Monreale dove ritroviamo la raffigurazione del celebre poeta monrealese nel dipinto di Salvatore Giaconia tra le tele che quest’ultimo dipinse tra il 1867 e il 1873 per il Comune. Fu il Comune stesso a indicare i soggetti da dipingere nelle tele, tra questi, appunto, il poeta Antonio Veneziano oltre al pittore Pietro Novelli e ai filosofi Benedetto D’Acquisto e Vincenzo Miceli.
Ma, ritornando alla sua figura di grande poeta, non possiamo non ricordarlo attraverso l’edizione critica di Gaetana Maria Rinaldi, professoressa di filologia romanza all’università di Palermo scomparsa nel 2011, che dedicò oltre trent’anni alla stesura dell’opera su Veneziano, lasciando in eredità a lettori e specialisti il canzoniere di Veneziano. Si tratta di un’opera importante che per la prima volta nella forma dell’edizione critica ha permesso di fissare in maniera certa il testo poetico di Veneziano.
Il riconoscimento dell’autografo nel manoscritto conservato nella biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace’’, databile all’ultimo ventennio del Cinquecento, ha consentito anche di escludere dalle Rime tutta una serie di componimenti apocrifi che nel corso dei secoli erano stati inseriti all’interno dell’opera. Come ha sostenuto la Rinaldi a proposito del citato manoscritto nella sua presentazione a pagina IX dell’edizione, ‘’l’autografia è ipotizzabile anzitutto per le caratteristiche interne del manoscritto ed è confermata dal fatto che tutti gli altri libri d’autore sono descritti da questo testimone, cioè dipendono direttamente o indirettamente da esso’’. E, dal punto di vista filologico, ciò vuol dire che di questo autografo tutti gli altri testimoni sono copie. Inoltre esso è dotato di un ricco apparato decorativo che contiene illustrazioni allegoriche a penna, di cui alcune a piena pagina, che secondo gli studiosi sono state ideate dallo stesso autore, come ben studiato nel terzo saggio in premessa all’edizione critica citata a cura di Francesco Carapezza.
L’opera dovette essere preparatoria per una successiva stampa che però in vita di Veneziano non avvenne mai. Il canzoniere di Veneziano contiene ben 807 componimenti più cinque lunghi per un’estensione totale paragonabile al Canzoniere di Petrarca, tanto da rendere noto il poeta monrealese come il ‘’Petrarca di Sicilia’’, tra questi spiccano "Celia", in versi siciliani, dedicato alla donna amata, "Nenia" ed "Agonia", ma anche le cosiddette ‘’Canzuni spirituali’’.
Un’eredità culturale immensa per Monreale è quella lasciata in eredità da questo illustre poeta e preservata dall’edizione critica che è stata donata al Comune nel 2019. Un evento che oggi ricordiamo in occasione dell’anniversario della nascita di Antonio Veneziano, ma che vuole essere un faro acceso sul tema della memoria culturale cittadina che va preservata, tutelata e valorizzata. La memoria come impegno civico è al centro della necessità di ogni comunità che in essa deve riconoscere un patrimonio, ma impegnarsi concretamente nella sua valorizzazione. Ci auguriamo che i grandi personaggi come Veneziano su cui oggi manteniamo vivo il ricordo attraverso le pagine del nostro quotidiano possano davvero diventare per noi un’eredità da cui ripartire per rilanciare la nostra città e promuoverne lo sviluppo.
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