Vittime di mafia, oggi si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno in loro onore
Un ricordo doveroso nei confronti di chi è morto per liberare la nostra terra da un cancro difficile da estirpare
Poliziotti, magistrati, giornalisti, sindacalisti o semplici cittadini che hanno detto “No” alla criminalità organizzata: è a loro che viene dedicata la giornata del 21 marzo, proprio in coincidenza con l’inizio della primavera, forse come simbolo di rinascita della nostra terra dopo che la mafia ne ha soffocato il respiro per decenni, con piombo, fuoco e polvere da sparo, ma anche intessendo legami politici letali per la tenuta democratica dello Stato.
Cosa Nostra ha costruito attorno a sé molte narrazioni positive, ha alimentato miti completamente errati e si è nutrita della prospettiva culturalista dalla quale è stata sempre vista. È dovuto scorrere tanto, troppo sangue, perché si prendesse atto di essa come fenomeno criminale, come organizzazione volta a controllare, conducendo una strategia di tensione e di terrore continui, ogni cosa, traendone sempre profitti.
Il mito più longevo è quello della “vecchia mafia buona”. Una mistificazione, un non voler ammettere che la mafia, pur di fare soldi e avere potere, non ha mai guardato in faccia nessuno e non ha mai esitato a uccidere chiunque ne ostacolasse le attività o semplicemente tutti coloro che, disgraziatamente, si trovassero a essere testimoni delle sue azioni illecite. Compresi donne e bambini.
Tutto ciò lo si evinceva dagli articoli di Mario Francese, Mauro De Mauro, Mauro Rostagno, Giuseppe Fava, Beppe Alfano, Peppino Impastato; dalle indagini di Giuseppe Russo, Beppe Montana, Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Calogero Zucchetto, Carlo Alberto Dalla Chiesa; dai lunghissimi rapporti scritti da magistrati come Pietro Scaglione, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Cesare Terranova, Rocco Chinnici, Gaetano Costa; dall’impegno dei politici e dei sindacalisti Placido Rizzotto, Pio La Torre, Salvatore Carnevale, Calogero Morreale.
È il 21 marzo 1996 quando, per la prima volta, un elenco interminabile di nomi viene letto in piazza del Campidoglio a Roma: sono tutte le vittime di mafia, persone uccise il cui sacrificio non deve mai essere dimenticato, in nessun giorno dell’anno. Mentre è l’1 marzo 2017 che la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie viene definitivamente istituita, con voto unanime della Camera dei Deputati.
In giornate come questa il dolore si accompagna all’orgoglio: dolore per le tantissime vite brutalmente spezzate, orgoglio per il fatto che la nostra terra ha dato i natali anche a uomini e donne impavidi, assetati di giustizia, mai piegatisi al potere criminale e sempre pronti a denunciare omicidi e “affari” che corrodevano la Sicilia. Dobbiamo a loro la nostra libertà e la nostra vita.
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