Ghiacciuola, ghiacciuola... u sapuri ru gol

 

"Cu licca 'un sicca e cu tasta 'un disia"

Pochi sono coloro che riescono a tirasi completamente fuori dal clima partita durante un campionato, si conta, invece, tra le dita di una mano chi si disinteressa delle competizioni dell'Italia ai mondiali.

 Un gol di Bryan Ruiz, centrocampista del Psv Eindhoven che non figura di certo tra i primi duecento giocatori considerati per il Pallone d'Oro, ha deciso la partita al 44' del primo tempo. Una sconfitta che l'Italia, goal a parte, ha meritato sul campo. Non ci sono scuse! Per rimanere in tema gastronomico "tutta farina del sacco italiano". Il caldo? Prandelli prima della partita aveva dichiarato "non deve essere una scusa, non ci spaventa, ci siamo preparati in Italia per questo".

Alla luce di ciò, graziando i nostri cari lettori di personali approfondimenti di natura tecnica (dichiaro di non esserne all'altezza) ma sapendo bene che anche nel calcio, specialmente a questi livelli, pure l'alimentazione riveste un'importanza fondamentale, lancio al CT l'idea di rinfrescarsi le idee e refrigerare il fisico dei nostri giocatori avvalendosi di una camionata carica, carica di "ghiacciuola u sapuri ru gol".

La passione per il calcio in Italia è assai diffusa e ogni quattro anni, anche chi non guarda solitamente le partite per novanta minuti, indossa la maglia azzurra e diventa tifoso. E in quelle due ore scarse l'intera nazione è attraversata da un profondo senso di appartenenza al proprio paese. Un'italianità che inevitabilmente incalza anche sulle nostre tavole e che a volte – come in questo caso – porta a galla qualche ricordo.

Quello che gli azzurri mangiano per essere scattanti e sempre in forma rimane in buona parte un mistero, uno dei simboli gastronomici palermitani delle competizioni calcistiche è, invece, noto ai più: il ghiacciolo.  Il ghiacciolo è un popolarissimo dolce freddo, composto da acqua e zucchero mescolato ad uno sciroppo a base di frutta, fatto gelare attorno ad un bastoncino di legno.

L'invenzione del ghiacciolo risale ai primi anni del XX secolo e si deve a una scoperta casuale di Frank Epperson, un undicenne californiano, che in una notte particolarmente fredda lasciò per caso sul davanzale della finestra un bicchere di acqua e soda con dentro un bastoncino che aveva usato per mescolare. Il giorno dopo, Frank riuscì a liberare il blocco di ghiaccio formatosi e prese a mangiare il primo "ghiacciolo", usando proprio il bastoncino come manico. Nel 1923, Epperson ottenne il brevetto per l'idea del "ghiaccio sul bastoncino" e battezzò l'invenzione col nome di Epperson Icicle, in seguito abbreviato in Ep-sicle. Era nato il ghiacciolo, e la fortuna del signor Epperton.

Ora, origini a parte, senza voler imbattere sul terreno paludoso di corporee pratiche scaramantiche, rinunciare al rito propiziatorio, così come al brivido di frescura donato da quella lastra di ghiaccio aromatizzato alla frutta è per il palermitano impossibile oltre che impensabile. Mentre il suo sguardo corre dietro al pallone, il ghiacciolo "u sapuru ru gol", come recita l'azzeccatissima espressione coniata dal duo Alamia e Sperandeo in uno storico inno del Palermo, è divenuto ormai il fedele compagno di viaggio del tifoso.

La stessa dolce tavoletta ghiacciata dai colori variopinti che ha saputo dare un senso a tante domeniche allo stadio. "U ghiacciuolo pu' picciriddu", urlavano, infatti, i papà e gli accompagnatori tra le gradinate del Barbera, ed a sostegno di tale costume, molti ripercorreranno anche il ricordo lasciato da qualche lancio "imperfetto" compiuto dal venditore di ghiaccioli, il quale fiondava al volo quelle rigide lastre colorate ai clienti, posizionati in qualsiasi anello.

Il ghiacciolo e l'inevitabile colata di liquido zuccherino che quando non finiva sugli abiti, imbrattava le mani dell'ingordo consumatore. Il ghiacciolo, impacchettato dentro quel sottile strato di carta che puntualmente si appiccicava al ghiaccio e dovevi aprirla da sotto, vicino al bastoncino, e poi soffiarci dentro per scollarlo. Il ghiacciolo delle cento vecchie lire che si gustava tra "Strega comanda colori" e "Parco della Vittoria e viale Dei Giardini" del monopoli. Il ghiacciolo (e più di uno) che sosteneva la prima partita a carte, la rivincita, la bella e poi la bella della bella, così come le sfide a "nomi, cose, animali e città". Il ghiacciolo che accompagnava le passeggiate delle ragazze - vestite con maglie "Fruit of the Loom" - a caccia di sguardi maschili da catturare. Lo stesso ghiacciolo che come un proiettile scappava dalle mani dei ragazzi tutte le volte che giocando a figurine urlavano "ppa".

Del ghiacciolo esistono vari gusti corrispondenti a determinati colori: arancione all'arancia, giallo o bianco al limone, verde alla menta, rosso alla fragola, marrone al tamarindo (impropriamente detto alla coca-cola), tricolore (o tropical) con strisce di vari gusti ma anche azzurro all'anice! Quest'ultimo, per quanti lo ricordano, era una perla rara da conquistare perchè in ogni scatola di ghiaccioli - quel contenitore a forma di parallelepipedo di cartone color avana – quelli azzurri erano due o tre e bisognava correre gambe in spalle per riuscire a beccarne uno. Ormai praticamente introvabile in commercio...farebbe proprio al caso nostro.

Quella tavoletta ghiacciata dai gusti più svariati che consumandola si riduce spesso quasi in trasparenza, e quel bastoncino di legno dimenticato tra le labbra, certamente non chic ma alquanto popolare, tormentato da morsetti nervosi per un'azione sfumata o un rigore negato, insieme a sciarpa, berretto e bandierone, rimane per tutti il simboli di un tifo che percorre trasversalmente i gusti del pubblico palermitano: "u sapuri ru gol", un investimento che il tifoso palermitano specialmente quando indossa la maglia azzurra, continuerà a fare sempre ben volentieri.

Forza Italia!

 

Ingredienti: succo (o polpa di frutta filtrata) 150 gr, acqua 100 gr, zucchero 40 gr., stampini per ghiaccioli, stecchi da gelato, carta alluminio q.b..

 Preparazione

Mettete l'acqua a scaldare in un pentolino e aggiungete lo zucchero. Lasciate sciogliere completamente lo zucchero, spegnete il fuoco e dopo che si è intiepidito aggiungete il succo o la polpa della frutta (filtrata) di vostro gradimento.
Prendete ora dei comuni stecchi da gelato e un foglio di carta alluminio. Formate un piccolo cordoncino, avvolgetelo intorno allo stecchino e bloccate le sue estremità sui lati dello stampino per ghiaccioli. Questo servirà a mantenere centrale lo stecchino quando andrete a versare il composto liquido nello stampo. A questo punto versate il composto nello stampo, lasciando 1 cm di spazio dal bordo. Mettete i vostri ghiaccioli in freezer fino a quando si saranno solidificati!
Nel caso in cui vogliate gustare il ghiacciolo all'anice preparate lo sciroppo sciogliendo una tazza di zucchero di canna in una tazza d'acqua. Portare ad ebollizione e aggiungere un cucchiaio di semi di anice stellato oppure tre cucchiai di anice. Abbassare la fiamma e cuocere fino a che lo sciroppo si addensa.