Chiovi chiovi a pasta chi fasuola, Nina si vagna ca' coppula ri so' nanna, so nanna muriu e chiddu chi bboli Diu!
Di origine antica, questo piatto si è imposto sulle nostre tavole per la semplicità e l'economicità degli ingredienti ed è forse il più tradizionale della nostra penisola.A causa di questa popolarità non possiamo dire con certezza quale sia la sua patria "originale", anche se, alcune varianti conferiscono comunque sicilianità al piatto.
Anticamente era la pietanza dei contadini e dei braccianti che non avevano a disposizione altro se non i prodotti del loro orticello. Preparata con amore e pazienza dalle loro mogli per ristorarli dalla fatica e dal freddo di intere giornate trascorse in campagna, 'a pasta chi fasuola era il perfetto connubio tra l'economia familiare e l'apporto energetico indispensabile alla pratica di lavori pesanti.
Al giorno d'oggi, invece, elemento determinante per gustare questo prelibato primo piatto è il tempo. Se freschi, l'unica "camurria" (seccatura) è toglierli dai baccelli; un'operazione che solitamente le madri adorano condividere con i componenti della propria famiglia al grido di: ci su ' i fasuola ri' spicchiari, allestitivi" (dobbiamo nettare i fagioli, fate presto). Se secchi, invece, la cottura deve essere preceduta da una fase detta "ammuoddu", periodo di tempo necessario (circa 8 ore) a far rinvenire i fagioli secchi in acqua a temperatura ambiente.
La sicilianità della pasta chi fasuola la ritroviamo nella scelta degli ingredienti.
Ogni famiglia mette in campo una ricetta personalizzata. Molti, e questo nonostante l'intrinseco valore proteico di questi legumi, aggiungono al piatto 'i cutini (le cotiche del maiale) e l'uossa (ossa), altri si limitano ad aromatizzarlo usando i finucchieddi ri muntagna (finocchi selvatici), e qualcuno azzarda (a mio avviso in modo ottimale) anche l'aggiunta di cozze scoppiate in padella con uno spicchio d'aglio e del peperoncino macinato.
In Sicilia, inoltre, anche la consistenza del piatto è "cosa nostra". 'A pasta chi fasuola, di solito, si apprezza leggermente brodosa. Moltissimi, però, sono i siciliani che la preferiscono "maccusa" (piuttosto densa).
Sulle nostre tavole, c'è poi un'apparente condraddizione (coincidentia oppositorum): chissà perchè, alcuni cibi (per lo piu' minestre), nonostante facciano innalzare la temperatura corporea fino all'inverosimile, i palermitani amano gustarli anche d'estate, con 40 gradi all'ombra, il sudore che cola dalla fronte e l'umidità pazzesca che fuma pure dalle orecchie.
La tradizione vuole ancora che i fagioli si uniscano in matrimonio "ca' minuzzagghia ri' pasta 'mmiscata " (residui di pasta corta mescolati insieme), con gli spaghetti tagliati o con gli "attuppatieddi" (ditali, lisci o rigati). L'importante è mangiarla "ca' cucchiara", non privando, a volte, i commensali del "piacere" di un pranzo sonoro (non ce ne voglia Monsignor Della Casa)!
Esistono più di 500 varietà di fagioli, i più conosciuti sono i cannellini ed i borlotti ma, ormai, altrettanto apprezzata è la sicilianissima "fasuola badda" (fagiolo palla). Una varietà di fagioli bicolore, dalla forma tondeggiante che si coltiva prevalentemente a Polizzi Generosa, nel Parco Naturale delle Madonie.
When the stars make you drool just like a pasta fazool...That's amore!
"Quando le stelle ti fanno sbavare come la pasta e fagioli: quello é amore"...recita così la famosa canzone "That's amore" di Dean Martin...Un'ode alla pasta e fagioli, piatto povero ma nobile della cucina italiana...Italiana e non solo.
Ingredienti per sei persone: 500 grammi di fagioli secchi, una grossa carota, sedano (accia), una cipolla bianca, 2 spicchi d'aglio, 250 grammi di pomodoro fresco o pelato, 350 grammi di ditali rigati, sale e pepe, 1 rametto di rosmarino fresco, una fogliolina di salvia ed una di alloro, olio e extra vergine d'oliva (preferibilmente nuovo), acqua q.b.
Lasciate i fagioli in acqua a temperatura ambiente per circa 8 ore. Sciacquateli e teneteli da parte. Tritate carota, sedano (accia), cipolla, aggiungete olio extra vergine d'oliva e fate stufare a fiamma bassa in una pentola piuttosto larga, preferibilmente di terracotta. Appena il soffritto avrà raggiunto una colorazione dorata, aggiungete gli spicchi d'aglio in camicia, i fagioli, la polpa di pomodoro, il rametto di rosmarino, la salvia e l'alloro. Coprite il tutto con acqua a temperatura ambiente e lasciate in cottura per circa un'ora, a fiamma moderata. Aggiustate di sale. Prendete due mestoli di fagioli e frullateli (a parte) con un mixer da cucina, così da rendere vellutato il brodo di cottura.
A questo punto portate a bollore, eliminate il rametto di rosmarino, la salvia , l'alloro e versate la pasta cruda. A metà cottura aggiungete la purea di fagioli ed eventualmente, ma soltanto per ottenere la densità preferita, qualche cucchiaio d'acqua bollente. Quando la pasta avrà raggiunto la cottura ottimale, spegnete la fiamma, spolverate di pepe nero e irrorate con un filo di olio.
Lasciate riposare qualche minuto prima di servire.
Buon appetito... con calore!
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