U pisci ru Mari è destinatu cu si l'avi a manciari!
Le polpette di neonata sono uno dei piatti più sfiziosi e deliziosi della tradizione culinaria siciliana, nonché uno dei più ricercati.
Sebbene i metodi di lavorazione siano semplicissimi, infatti, l'ingrediente base di questo piatto, la sua difficile reperibilità sui banconi di marmo delle pescherie, l'esclusività delle stagioni in cui è possibile pescarlo e quindi consumarlo, lo rendono una pietanza unica, proibita e d'eccezione.
Il piatto prevede, infatti, l'utilizzo della cosiddetta "nunnata", ovvero la neonata, il pesce appena nato comprendente alici, sarde, triglie e pagelli o luvari, meglio conosciuti come "uvari", pescato con le reti a strascico, con rischio e danno evidenti al patrimonio ittico dei mari siciliani. È per questo che, fermi biologici permettendo, le frittelle o polpette di neonata, seppur semplici "polpette", sono possibili da gustare solo in determinati periodi dell'anno, quando le pescherie presentano il novellame fresco, riconoscibile dalla consistenza densa e dal colore argenteo.
Vietato o meno, "i purpetti ri nunnata" rimangono, però, una delle punte di diamante della cucina siciliana e per questo, confidando che il mare di alici, sarde e triglie sia sempre pieno, è quasi doveroso presentarne la ricetta. Col nome di neonata, nunnata o muccu i pescatori siciliani indicano il pesce allo stato larvale, il novellame di pesce di diverse specie. In Sicilia si distinguono volgarmente tre tipi di neonata :quella di alici, quella più rara di Luvaro (o Pagello) - "nunnata di uvaru" - e la più diffusa di sarde, "nunnata ri sardi".
La loro pesca è consentita soltanto durante i primi mesi dell'anno ed è disciplinata da norme ben precise. Le modalità di preparazione della neonata, differiscono a seconda del luogo e del gusto personale: c'è infatti chi la ama quale condimento essenziale di un succulento piatto di spaghetti, chi la mangia cruda "all'ostrica", appena condita di sale, pepe nero ed un filo d'olio extra vergine d'oliva e c'è chi la preferisce come antipasto o secondo piatto, a frittella.
Certo è che forti della personalità che ancora a tavola (almeno lì) ci contraddistingue, ognuno all'interno delle proprie mura domestiche deciderà di addizionare al piatto l'ingrediente che più preferisce: uova, pangrattato e addirittura caciocavallo grattugiato.
Inutile perdersi in chiacchiere quando si tratta di illustrare le indescrivibili sensazioni che la cucina siciliana regala agli amanti della buona tavola: prelibatezze del palato, che soddisfano pienamente anche gli altri sensi. Le frittelle di neonata, comunque condite, esprimono al massimo quel che si dice dalle nostre parti quando si vuol esaltare la bontà e la freschezza di un piatto a base di pesce: "hannu 'u sapuri ru mari"! Ed è proprio così, perché questi minuscoli pesciolini, oltre al tipico profumo di mare possiedono un gusto assai caratteristico e muschiato...
Questa è la Sicilia, terra di forti contrasti che, come la descriveva Sciascia, "offre la rappresentazione di tante contraddizioni, non solo italiane ma anche europee, al punto da poter costituire la metafora del mondo odierno". L'isola maggiormente intrisa di una profonda identità culturale, dai "grandi prodotti" e "ingredienti eccellenti"...dove il mare è il signore di tutte le tavole e la tradizione gastronomica ha il compito di esaltarne i frutti, e lo fa in un modo speciale e commovente: piccoli gesti, ricette tramandate e rispetto per le materie prime.
Le frittelle di neonata, semplicemente un sogno, diciamo un sogno bagnato... perché il piatto di oggi dovrà essere innaffiato da litri di Inzolia, Grecanico o Fiano siciliano, la struttura perfetta per una pietanza così saporita!
'N jornu ca Diu Patri era cuntenti
e passiava 'n celu cu li Santi,
a lu munnu pinsau fari un prisenti
e da curuna si scippau 'n domanti;
cci addutau tutti li setti elementi,
lu pusau a mari 'n facci a lu livanti:
lu chiamarunu "Sicilia" li genti,
ma di l'Eternu Patri e' lu diamanti.
(anonimo siciliano)
Ingredienti per 4 persone:600 grammi di neonata, qualche cucchiaio di farina di grano duro rimacinata, un piccolissimo spicchio d'aglio tritato finemente, del prezzemolo, tritato anch'esso, olio extra vergine d'oliva, poco pepe nero, macinato al momento.
PREPARAZIONE
Prima di procedere, controllare se fra i piccoli pesci c'è qualcosa da togliere, come ad esempio alghe o muschio marino, quindi mettere in una ciotola la neonata e unirvi il prezzemolo, il piccolo spicchio d'aglio (tritati o meglio ancora pestati) e poco pepe nero macinato. Mescolare con delicatezza, facendo attenzione a non maltrattare la neonata.
Preparare una padella, possibilmente antiaderente, e friggere, in poco olio d'oliva, e poco per volta le polpette che realizzerete, aiutandovi con due cucchiai oppure usando semplicemente le mani (in entrambi i casi, appena cosparsi di farina), facendo delle piccole quenelles, che schiaccerete leggermente.
Rigirarle in modo che si dorino da ambo le parti e metterle a sgocciolare su carta assorbente da cucina.
Servire calde.
N.B.: potrete condirle con qualche goccia di limone, come qualcuno usa fare. Io preferisco mangiare queste splendide frittelle così...dalla padella alla pancia!
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