Pasqua ccu cu voi ma li sdirri falli ccu li toi!
Il carnevale è una festa le cui origini sono antichissime ed ai nostri giorni è l'allegra festa che si celebra, nella tradizione cattolica, prima dell'inizio della quaresima.
Il carnevale rappresenta da sempre una festa popolare, che si contrappone alle festività religiose ufficiali. Il termine usato per designare la festa si ricollega a quello latino "Carnem Levare", ciò al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo Quaresimale. È un momento in cui vige la più assoluta libertà e tutto diviene lecito: ogni gerarchia decade per lasciare spazio alle maschere, al riso, allo scherzo e alla materialità. Lo stesso mascherarsi rappresenta un modo attraverso il quale uscire dal quotidiano, disfarsi del proprio ruolo sociale, negare sé stessi per divenire altro.
Il desiderio di eliminare ogni minima traccia di tutto ciò che nell'anno precedente aveva offuscato l'esistenza ed auspicare un anno ricco e sereno, emerge da tutta una serie di proverbi siciliani che i nostri nonni utilizzavano da ragazzi e ancora oggi si ricordano.
Il primo proverbio era quello che sanciva l'inizio ufficiale della festa: "doppu li tri re, tutti olè", dopo l'Epifania era già carnevale e la festa durava fino al mercoledì delle Ceneri. I quattro giovedì precedenti la festa vera e propria erano detti: "lu joviri di li cummari cu 'un avi dinari s'impigna lu falari", era il giorno in cui non si poteva fare a meno di invitare la comare (la madrina di battesimo o cresima).
Il secondo giovedì di festa era dedicato invece agli inviti tra i congiunti, era infatti diffuso il detto: "lu joviri di li parenti cu 'un avi dinari si summa li denti", cioè si ripulisce i denti non avendo nulla da spendere e quindi mangiare. "Lu joviri di lu zuppiddu cu' 'un si cammarra è peggiu pi iddu" era il terzo giovedì precedente la festa vera e propria: lo "zoppetto" era una delle tante personificazioni del diavolo, che aveva il compito di pervertire gli uomini mediante la voluttà, l'allegria e la spensieratezza, il termine "cammarsi" equivaleva a mangiare grasso con l'obbligo di darsi alle grandi abbuffate. L'esigenza di trascorrere il carnevale con tutta la famiglia è testimoniata anche dal proverbio "Pasqua ccu cu voi ma li sdirri falli ccu li toi". Il termine "sdirri" corrispondeva all'ultimo giorno di carnevale.
Ciascun apra ben gli orecchi,
oggi siàn, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza....
Qualche breve verso tratto dai Canti carnascialeschi giusto per ricordare che un tempo questi erano giorni di caos e bagordi...
Tutti noi da bambini abbiamo atteso il carnevale con trepidazione e gioia desiderosi finalmente di potere indossare il nostro vestito preferito, da cambiare rigorosamente ogni anno : fatina, cappuccetto rosso e principessa per noi femminucce, zorro, principe azzurro e robin hood, i maschietti. Ma io avevo un motivo in più per attendere i giorni del carnevale. Mia mamma friggeva infinite palline che sarebbero diventate, una volta passate nel miele, uno dei miei dolci preferiti: la pignolata!! Palline da mangiare come le ciliegie senza curarsi della quantità.
La pignolata al miele è un dolce tipico siciliano, tradizionalmente consumato in occasione delle festività Carnevalesche.E' un dolce composto da palline di pasta fritte e coperte di miele. . E' una versione un po' più povera della tipica pignolata calabrese o di quella che si fa nella zona di Messina che prevede un impasto più ricco e una copertura di glassa bicolore al limone e cacao. Mentre assomiglia molto alle Cicerchiate, dolce tradizionale dell'Abbruzzo e dell'Umbria, dalle origini molto antiche e che, secondo alcuni, risalirebbe addirittura ad un dolce latino che veniva fatto durante i Baccanali.
Secondo uno studio recente il dolce può farsi risalire ai rituali molto antichi di età pagana, precedenti ai saturnali, quando gli uomini usavano festeggiare l'inizio della primavera travestendosi da animali, orso, lupo, cervo etc. abbandonandosi a grandi mangiate e bevute, feste che hanno dato origine al carnevale, trasferitosi poi in età cristiana. In quelle occasioni un dolce ricoperto di miele ed a forma di pigna simboleggiava il risveglio della foresta.
cannalivari tutti li festi fa turnari... Origini del piatto a parte, infatti, la pignolata è per me l'ennesimo pretesto per ricordare i sapori dell'infanzia.
Ingredienti:400 grammi di farina 00, 3 uova, 20 grammi di strutto, 120 grammi di zucchero, 2 cucchiai di Brandy, olio extravergine d'oliva ( o se preferite di semi di arachidi), miele q.b., la buccia grattugiata di un limone, codette di zucchero colorate per guarnire.
PREPARAZIONE
: Impastare insieme uova, farina, zucchero e lo strutto fino ad ottenere una bella palla omogenea.
Quindi tagliatela in piccoli panetti e formate dei lunghi serpentelli sottili. Mano a mano che formate i serpentelli tagliateli con un coltello a dadini (più saranno piccoli i dadini, più la pignolata sarà croccante, per cui la grandezza dipenderà dal vostro gusto)
A questo punto prendete una padella dai bordi alti e riempitela d'olio. Quando l'olio sarà ben caldo iniziate a friggere poco alla volta i dadini di pasta. Vedrete che a contatto con l'olio si gonfieranno immediatamente assumendo la forma di piccole palline.
Quando saranno ben dorate, scolatele adagiandole su uno strato di carta assorbente in modo da togliere bene l'olio in eccesso
Prendete una padella dal fondo antiaderente e fate sciogliere del miele insieme alla buccia grattugiata di un limone. Quando il miele inizierà a bollire versate nella padella le palline fritte e mescolate per bene. Togliete quindi dal fuoco e versate su un ripiano di marmo su cui avrete preventivamente passato uno strato d'olio (in alternativa se non avete il marmo preparate un piatto ricoprendolo con della carta da forno su cui avrete passato dell'olio, attenti a passare bene l'olio o si attaccherà tutto) e poi versate pian piano la pignolata.
Se preferite, potrete porzionarla a mo' di piccole pigne, aspettate che si raffreddi per bene e poi servite cospargendo di codette di zucchero colorate
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