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Lenticchie di Capodanno

| Federica Cordone | Cucina Siciliana

 

Munnu ha statu e munnu e'...PROSITA!

Da poco trascorso il Natale ed è già tempo di un'altro cenone: il Cenone di Capodanno! Qualcuno, secondo il detto "Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi", sarà alle prese con i preparativi del veglione, altri brinderanno comunque in famiglia... 

Quanto ai botti, stendiamo un velo pietoso sulla loro conclamata pericolosità: considerati manifestazione di gioia “esplosiva” (in tutti i sensi) per l’avvento del nuovo anno, un tempo invece avevano il preciso intento di scacciare gli spiriti maligni. Comunque sia, le regole "benaugurali" di fine-inizio anno, impostate come tutti ben sappiamo sul rosso, colore propiziatorio per eccellenza e sui significati legati all’abbondanza e alla fecondità, vedranno rinnovarsi tradizioni legate soprattutto all'alimentazione, ai cibi tipici consumati in un momento di passaggio ricco di significato: la notte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio.

Quindi, non dovranno assolutamente mancare, sulle tovaglie scarlatte, le lenticchie (simbolo per eccellenza delle monete sonanti!), le bollicine (a livello nazionale abbiamo degli ottimi spumanti) e naturalmente la frutta vermiglia, a partire dal melograno. La tradizione delle lenticchie è molto diffusa e rappresentano un cibo molto particolare per due motivi. Innanzi tutto questi legumi hanno un elevato potere nutritivo e sono adatti a sostenere le emozioni determinate dal  momento del passaggio del testimone al nuovo anno.

Questo è infatti uno dei momenti in cui si scatenano quasi sempre paure irrazionali e tanta nostalgia per chi non è più con noi. Si teme che le forze del caos determinino scompiglio nell'ordine costituito del mondo, si temono eventi che ovviamnete non saremo in grado di prevedere ma soprattutto si pensa alle persone care assenti. Ecco perché si cerca di rimediare con una forma di sostentamento che, oltre ad essere fisico, si propone di essere anche mentale, per un'analogia frequente dal corpo alla mente o all'anima. Lenticchie dalla forma circolare e poco quantificabili...un richiamo inevitabile ai soldi. Ecco perché mangiare le lenticchie a Capodanno significa garantirsi la possibilità di ritrovarsi a portare avanti un anno ricco di abbondanza.

Poco importa se a fine cenone saremo satolli e strapieni, nel dubbio "tante lenticchie, tante monete", ognuno deglutirà cucchiaiate di questi legumi. Ma c'è di più: i legumi sono anche il simbolo della rinascita. Seminati i legumi, si ottiene quel germoglio che dalla terra e dall'umidità conduce al sole e alla vita. Ritorna il passaggio, ritorna il passare dalla morte alla vita, con tutta una scia di simbolismi legati alla luce, i quali per molti versi richiamano in modo diretto le tradizioni della luce tipiche di Santa Lucia con il suo riferimento al solsistizio d'inverno..

Il melograno a Capodanno si caratterizza invece per una simbologia più legata alla sfera intima: fecondità e fedeltà. Ecco perché l'ultima notte dell'anno va mangiato insieme alle persone care. In ogni caso mangiare il melograno a Capodanno significa propiziarsi la riproduzione e la prosperità della vita, elementi essenziali da garantire. Ed il maiale? Persino il maiale che mangiamo distrattamente sotto forma di temibili (a vedersi) zamponi o cotechini, dovrebbe servire a portarci abbondanza.  Simpatica anche la tradizione di mangiare 12 chicchi d’uva allo scoccare della mezzanotte: il gusto di ogni acino corrisponderà alle previsioni per il rispettivo mese; il primo sarà aspro? gennaio mese difficile; sarà dolce e succoso? inizio d'anno generoso...

Ed ancora le noci. Nella tradizione alchemica, la noce, a causa della sua forma ovale quando è ancora racchiusa nel mallo, ricorda l’Uovo Filosofico, nel quale la Materia viene preparata per il compimento della Grande Opera . Il frutto è anche un'allegoria stessa dell’ essere umano, se si considera il mallo come la sua carne, il guscio come le sue ossa e il dolce e candido gheriglio interno come la sua anima.

Infine... le bollicine. Mentre siete intenti al rituale conto alla rovescia che sancisce il definitivo passaggio dall'anno vecchio a quello nuovo, qualcuno nella compagnia di amici o nella cerchia familiare è pronto a stappare una delle innumerevoli bottiglie di bollicine con le quali si brinda al nuovo anno...Eccoci allora a scambiare baci e abbracci e soprattutto ad aspettare che il calice venga riempito di spumante brut o dolce (de gustibus...) e , se siete attanagliati da dubbi di bon ton, sappiate che esistono regole di galateo anche per brindare.

In primo luogo passiamo all'annosa questione: con o senza "botto"?

A casa il botto si fa spesso e volentieri, da sempre e in ogni occasione. Di sicuro mette allegria e porta con sé felici predizioni per il futuro: a mo' di bouquet lanciato dalla sposa, il tappo che salta con vigore dalla bottiglia regala – si dice – il matrimonio entro un anno a chi ne è colpito (da qui lotte per accaparrarselo, ma anche fughe per scampare il pericolo). In ogni caso evoca ricordi, tanto che molti sovrascrivono su di esso la data per poi conservarlo. Insomma, stappare col botto fa parte delle abitudini casalinghe del nostro paese e forse anche chi al ristorante ne è sdegnato, tra le mura domestiche lo adora.

Però al ristorante, non c'è dubbio, la corretta procedura prevede che si sollevi il tappo senza il minimo rumore. Si deve sentire solo un sibilo. Al sommelier che dovesse capitare di far partire il tappo, i presenti farebbero bene, insomma, a consigliare di ripetere il corso da professionista. Unica eccezione, appunto, San Silvestro. A capodanno non c'è ristorante di classe che tenga. Non solo si fa il botto, ma il più forte possibile! È un botto di allegria, di buon augurio, che non deve mancare in nessun locale. Anche se è difficile farlo all'unisono. C'è sempre un uomo a cui il tappo scappa prima degli altri con tanto di polemica familiare, qualche battibecco e l'immancabile saggio della compagnia ad avvertire: "cu' si sciarrìa a capurannu, si sciarrìa tutto l'annu!".

Ad ammettere lo strappo alla regola non è comunque solo il sommelier e il senso comune, ma anche il galateo perché San Silvestro non fa scuola. Il botto dello spumante o champagne è uno dei classici suoni che, come il rintocco di una campana, racchiude in sé il significato della festa e quindi niente di meglio di questo evento per farlo sentire...

Comunque, anche se l'occasione, a volte, potrebbe essere ghiotta, non è permesso, con la scusa del brindisi, mirare alla suocera, distruggere la lampada di Murano che piace solo a vostra moglie o agitare la bottiglia prima di aprirla tanto per fare la doccia ai presenti, stile premiazione Formula 1.

Brindisi a parte, comunque, in considerazione del clima "rigido" determinato dall'Austerity meglio sarebbe quest'anno cibarsi di cavolfiore e melanzane...ovviamnete conditi di tanto zafferano. Prodotti tipici della nostra terra, dai colori perfettamente corrispondenti alle banconote cartacee più ambite! Insomma ogni gesto, ogni cosa può portare fortuna: basta crederci!

Prosit, salute, cin cin...ed il semplice - ma sentito - Augurio di Buon 2013 da parte di tutta la Redazione di MonrealeNews!

 

  

Ingredienti per sei persone: 400 grammi di lenticchie, 1 zampone precotto, 2 carote, 1 costa di sedano, 1/2 cipolla, acqua, sale e pepe q.b.

 

PREPARAZIONE

Per le lenticchie: è bene immergerle la sera prima in acqua tiepida/fredda in modo che si ammorbidiscano. L'indomani scolarle e sciacquarle. Fare un trito al coltello di carota, sedano e cipolla e far imbiondire il tutto a fuoco basso in un tegame insieme ad un filo d'olio e un pizzico di sale per insaporire il soffritto, dopo circa 8-10 minuti alzare la fiamma e unire le lenticchie, farle insaporire un minuto appena e coprirle con dell'acqua bollente o del brodo. Coprire con un coperchio e cuocere per circa 40-45 minuti a fiamma moderata mescolando di tanto in tanto e aggiungendo altra acqua calda se occorre. A metà cottura regolare di sale. Se le lenticchie sono del tipo gigante serve un pò più di cottura.

Per lo zampone: adagiare la busta di zampone ancora sigillata dentro un tegame abbastanza capiente e riempirlo con dell'acqua fredda, arrivare all'ebollizione e cuocere per altri 20 minuti, poi prelevare lo zampone, tagliare la busta conservando il suo sughetto. Rimuovere l'involucro. Tagliare a fette .

 

 

Tin-tin, l'orologio rintocca.
Tin-tin, quanti colpi ha suonato?
Tin-tin, qual è l'ora che scocca?
Tin-tin, qualcheduno ha bussato!
Anno vecchio, tin-tin, ti saluto!
Anno nuovo, tin-tin. benvenuto!

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 15 settembre – Presentiamo oggi la nuova veste grafica di Monreale News, il nostro quotidiano, al quale diamo un nuovo look, un nuovo aspetto.

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