"S" come: viscotta murrialisi

"u Signuri runa i viscotta..."

Ci fu data una lingua, sì, per parlare; ma anche i denti per tenerla assiepata! Peri 1, peri 2, peri 3, peri 4, peri 5, peri 6, peri 7, peri 8 tappete, tippete e un biscotto.

Monreale è attrazione, seduzione e ricerca complessa in cui ogni elemento vitale è un misto di storia, arte, religione, buona tavola e gusti genuini: come dire "Nonsoloduomo"! 

Il mitico eroe Giasone, prima di partire in nave con gli Argonauti alla ricerca del Vello d'Oro, ordinò al cuoco di cuocere il pane da portare in viaggio. Però il cuoco, durante l'ultima infornata, s'addormentò come un sasso; quando si svegliò corse al forno temendo di aver bruciato il pane, ma invece lo trovò soltanto ridotto di volume, appiattito, secco e leggero. Giasone lo volle caricare ugualmente in cambusa e fu fortunato, perché quello strano pane fu l'unico che non ammuffì, rimanendo buono e croccante, ottimo soprattutto da pucciar nel vino. Così, secondo la leggenda, nacque l'antenato dei biscotti, chiamato dai latini sia Panis nauticus (la "galletta" dei marinai) sia Biscoctus, ossia "cotto due volte". Gliantichi romani impararono in seguito a cuocere dei biscotti dolci; il buccellatum e la offa, da cui deriva il termine ormai raro e desueto di "offella"; e di biscotti parlano anche lo storico Polibio (202-120 a.C.) e San Marcellino, che diventò Papa nel III secolo dopo Cristo. L'Arte della Biscotteria però si perfezionò nei conventi.

Nel 1499, al tempo del Cardinale Giovanni Borgia, a Monreale fu eretta, in onore del Santo, la Chiesa di San Castrense, con annesso un monastero di monache benedettine e nel 1508, Alfonso II d'Aragona, Arcivescovo di Monreale, figlio di Re Ferdinando, ordinò una fiera della durata complessiva di otto giorni. Fu proprio durante la festa dedicata al Santo, che allora si teneva la terza domenica di maggio, che le monache benedettine prepararono per la prima volta i buonissimi biscotti a "S", un abbraccio di piacere per ogni palato!

Chi, recandosi a Monreale, non ha trascurato di acquistare i famosi biscotti ad "S" con i ghironi bianchi di zucchero, sa bene che questi biscotti sono ancora oggi una delle più rinomate specialità dolciarie. La diffusione di questo biscotto locale andò oltre il convento per merito di una suora che fece della sua famiglia il punto di riferimento monrealese, aprendo un grosso biscottificio (Giangrande – Modica) che a Monreale, a tutt'oggi rimane uno dei più rinomati.

"Panetterie/biscottifici, in fondo, sono uguali ovunque" - commenterà qualcuno. Pane e biscotti in quantità, infermerie del gusto che sembrano quasi disegnate da Toulouse Lautrec! Ma, per quel che ci riguarda, la presenza di quei biscotti, orpellati di una glassa bianca come la neve, rende le boutiques di casa nostra  capolavori degni di Van Gogh, Gauguin o Munch!

Piacevoli, raffinati, delicati, deliziosi, genuini, semplici e gustosi.... Il profumo dei biscotti ad "S" appena sfornati, è uno dei più irresistibili, un richiamo a dolci ricordi dell' infanzia quando ci si entusiasmava all'idea di poterli rubacchiare allo sguardo vigile della mamma! Biscotti che hanno il potere di tirare su il morale solo per l'odore che sprigionano mentre cuociono in forno e che si lasciano trovare, ancora oggi, "a naso" fra le viuzze, i vicoletti e i chiassi!

Un biscotto, proprio così...un'alimento semplicissimo, un rito mattutino, una riserva di sana e buona energia vitale, sul quale scorre, però, anche una gran letteratura.  "Nunc et in hora mortis nostrae. Amen." La bontà del biscotto a "S", in dialetto "viscottu ri Murriali", infatti, ha conquistato perfino Giuseppe Tomasi di Lampedusa che, nel libro Il Gattopardo, fa un'accurata descrizione delle colazioni del principe Salina a base di biscotti di Monreale e caffé.

 Resistere poi al piacere di una colazione a base di biscotti è oltretutto roba da eroi. Alla bontà  di tali prodotti, specie se di fattura artigianale, si aggiungono oggigiorno, infatti, entusiasmanti spot pubblicitari che travolgono quotidianamente i nostri risvegli: Antonio Banderas che fa il mugnaio (quante donne vorrebbero vivere in quel mulino, eh?) ed intorno tanta musica. Da "GrainLand" e My only star" (Menarini e Branca),  "Let Me Live" (Queen), "Boum" (Charles Trenet), "You Never Can Tell"  (Chuck Berry), "Now We Are Free" (Lisa Gerrard, Gavin Greenaway)... 

"Certo - affermeremo noi alle prese con uno slancio d'orgoglio e grande senso d'appartenenza - i  nostri gradevolissimi biscotti, però, seppur privi di rinomata colonna sonora, per le loro apprezzate caratteristiche sono prodotti agroalimentari tradizionali riconosciuti anche dalla Comunità Europea; un ottima strategia per garantirsi fin dal primo mattino una riserva di sana e buona energia vitale...e se è vero come è vero che "u Signuri runa viscotta a cu 'n'àvi rènti", nuatri avemu  'anghi e scagghiuna!!! "

 

Ingredienti per sei persone: 1 kg di farina tipo 00, 1 tuorlo d'uovo, 200 gr di latte, 200 gr di zucchero, 200 gr strutto, 1 bustina di vaniglia, 10 gr di ammoniaca per dolci.

Ingredienti per la glassa:150 gr di zucchero a velo, 1 albume d'uovo, succo di limone q.b.

 

 

PREPARAZIONE

Su una spianatoia disporre la farina a fontana e versarvi lo zucchero, il tuorlo d'uovo, la vaniglia, l'ammoniaca e lo strutto, quindi impastare aggiungendo in un secondo momento il latte a filo. Quando si sarà formato un composto liscio e omogeneo, avvolgere interamente la pasta con una pellicola e mettere a riposare per circa mezz'ora.

 Trascorso questo tempo, staccare dalla massa dei tocchetti di impasto e modellarli dandogli la forma a "S" (circa 2 cm di larghezza e 12 cm di lunghezza). Quindi disporre i biscotti su una teglia unta di strutto e cuocere in forno preriscaldato a 200 °C fino a che la superficie dei biscotti non si sarà dorata (10-15 minuti circa).

Una volta sfornati, mettere i biscotti di Monreale a raffreddare, quindi guarnirli con i ghirigori fatti con una glassa particolarmente densa che si prepara sbattendo l'albume e il succo di limone con lo zucchero a velo.