"U pisci ru mari è destinatu a cu si l'avi a manciari!!!"
Ù cicireddu è un comunissimo pesciolino che va ad impreziosire i peccati di gola della cucina siciliana.
È conosciuto in tutta Italia con il nome di Cicirello che, con piccole sfumature, cambia da regione a regione; dalle nostre parti è "ù cicirìeddu"!
E' un piccolo pesce dal corpo allungato e sottile, con pelle liscia e senza squame. Il muso è acuto, la mandibola prominente, la bocca grande, protrattile e priva di denti. L'unica pinna dorsale è molto lunga ed è costituita da raggi molli; le pinne ventrali sono assenti, la coda è biforcuta.
Il corpo è azzurro verdastro e argenteo sui fianchi. Spesso, presenta una macchia nero-azzurra sulla testa...tranquillizziamoci però: salta, guizza ma nulla ha a che spartire con squadre di calcio!
E' una specie gregaria che allo stato adulto si raduna in branchi notevoli sulle spiagge sabbiose in vicinanza delle coste. Raggiunge una lunghezza massima di 16/18 cm, si insabbia durante la notte e si nutre di plancton, che cattura grazie alla notevole capacita di spalancare la bocca.
Non è un pesce pregiato, tuttavia si presta moltissimo per la realizzazione di una ricercata leccornia da buongustai. Come qualunque frequentatore di friggitorie palermitane, questo piccolo pesce resta scolpito nella mia memoria perché, fino a qualche anno addietro, "ù cicirìeddu frittu", faceva concorrenza al più comune "pani chi panelli e cazzilli ".
Infatti, la classica pagnottella o la "mezza mafalda", spesso venivano farcite con questa gustosissima frittura, magari con qualche goccia di limone, e gustata rigorosamente sul luogo, ancora rovente di padella, avvolta da un foglio di carta da fornaio...quella leggera, colore beige, assolutamente penetrabile dall'olio rilasciato dalla leccornia in questione. Non esiste, infatti, cibo da strada che non lasci, ancora oggi, le mani untuose...ma profumatissime del cibo appena gustato.
Recentemente, anche se l'atmosfera non è la stessa, questo sfizio possiamo godercelo a casa, perché non tutte le friggitorie mantengono questa antica tradizione. Ingiustamente snobbato tra le varie specie di pesce azzurro, la sua carne è, invece, molto delicata e morbida. Semplicemente infarinati e fritti assumono un gusto particolarmente gradito per i piccoli tanto quanto per accompagnare un aperitivo fresco!
E poi...a chi non piacciono le patatine fritte? Qualcuno ci sarà, anche se io personalmente devo ancora trovarlo... Molto più frequente, però, è la resistenza a: patata+fritto! Ebbene, per questa volta eliminiamo la patata sostituendola con il cicirello... Questo gustoso, comunissimo, piccolo abitante del mare nostrum, che, anche se fritto, svolge più che egregiamente la funzione di "patatina" diventando un vero e proprio "peccato di gola" , ma con qualche proprietà nutrizionale in più.
Il cicirello, è veramente un pesce "modesto" anche se il nome ufficiale, invece, risulta assai pomposo poiché la genealogia ufficiale ci dice che appartiene all'Ordine dei Perciformi, Famiglia Ammodytidae, Genere Gymnammodytes cicerellus. Come tutti i pesci azzurri, naturalmente, ha un'infinità di nomi dialettali: Cicirella Cirrimbirru Russulidda, Cicerelli, Ciccerello, Aluzzetiello, Luzzetiello, Briganti, Cixireddu e, naturalmente, Cicireddu!!!
Il cicirello, oltre che fritto, può essere cucinato in vari modi non perdendo mai la sua innata gradevolezza. Per esempio "alla Carmelina", secondo un'altra antica ricetta di questa Sicilia dove il nostro pesciolino sembra aver trovato la sua terra d'elezione culinaria. Quella "alla Carmelina" è una preparazione in teglia in cui, su una base spalmata d'olio con un poco di pangrattato, si alternano vari strati di cicirello con pepe, sale, prezzemolo, uva sultanina, capperi (meglio se di Salina), formaggio pecorino grattugiato e formaggio tenero a pezzettini, una spruzzatina d'aceto, una goccia d'olio. Si chiude il tutto con molta mollica e altro olio (naturalmente sempre extravergine d'oliva), poi in forno finché non indora!
"ù cicireddu", può esser gustato anche lesso, condito con un filo d'olio extra vergine d'oliva, qualche goccia di limone e del pepe macinato al momento, oppure a "tuttu rintra", stufato per pochissimo tempo con qualche spicchio d'aglio, una foglia d'alloro, pomodorini e ciuffi di prezzemolo fresco...
Ottimo in ogni preparazione, l'importante, comunque sia, è MAI rinunciare al pesce, in particolare a quello azzurro che ha innumerevoli proprietà nutritive...ma, lasciatemelo scrivere, ù cicireddu frittu è 'a fini ru munnu!
Ingredienti: 1 Kg di Cicirello, farina di grano duro, olio extra vergine d'oliva, sale q.b, limone (per chi lo gradisce).
Preparazione
Mettere a riscaldare l'olio che deve raggiungere una temperatura piuttosto alta (anche se non deve fumare). Passare alla farina di grano duro "ù cicìrieddu", avendo cura di far scivolare via la farina in eccesso (servitevi di un setaccio da cucina), in modo che i pesciolini restino separati e non si attacchino l'uno con l'altro.
Quando l'olio sarà a temperatura, far dorare per pochi minuti il pesce, quindi toglierlo dalla padella e depositarlo su carta assorbente da cucina. Servire ancora caldi e croccanti spolverando con un pizzico di sale e, per chi lo gradisce, qualche goccia di limone.
Un consiglio? Prima di preparare ù cicìrieddu, prendete in considerazione la mezza mafalda...
Buon appetito!
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