"Cu avi chiù sali cunza a minestra"
La Domenica delle Palme, ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma e ramoscelli di ulivo. Ed è proprio in memoria dell'accoglienza riservata al figlio di Dio, che ancora oggi c'è l'usanza di benedire in Chiesa le palme e i rami di ulivo, che poi verranno esposti in casa o regalati ai parenti, per augurare loro pace, salute e serenità. Questi ramoscelli verranno conservati tutto l'anno e sostituiti con quelli nuovi, soltanto l'anno successivo.
Forse è per questo che quando si compra qualcosa (per esempio un vestito), si decide di non usarlo subito, tanto che a Palermo si usa dire ironicamente "ma tu sarbi pa ruminica ri Palmi?" (ma lo conservi per la domenica delle Palme?).
Il giorno delle Palme, Palermo si riempie di particolari personaggi, i venditori di palme, che si appostano davanti ad ogni Chiesa ed ai semafori della città, dotati di rami di ulivo dorati o argentati e soprattutto di palme intrecciate,decorate ed infiocchettate di nastri multicolore. Questo è uno dei tanti strani mestieri di Palermo, svolto da uomini spesso accompagnati dai loro bambini, pronti a fermare ogni passante urlando forte "parmi, parmi, parmette!".
Da un po' di anni però a minare questa usanza c'è un piccolo nemico di colore rosso (che non è nè un piccolo vescovo contrario alle tradizioni scaramantiche più che religiose, nè tanto meno un anticlericale comunista), dall'aspetto inquietante, che si è messo in testa di cambiare l'aspetto della nostra città e di dar fine a questo particolare mestiere, mangiando con voracità tutte le palme che adornano Palermo, fino a ridurle simili a quei secchi ombrelloni che si trovano abbandonati sulle spiagge.
Il nemico mangione di palme è il punteruolo rosso, un insetto simile ad uno scarafaggio, che dal 2005 è arrivato in Sicilia, non certo per sua volontà, ma perchè portato dall'Egitto da un avido vivaista italiano che aveva acquistato le piantine di palma infestate di larve, per rivenderle a caro prezzo.
Da allora l'animaletto ha trovato tanto buon cibo, ha divorato indisturbato moltissime palme, nessuno riesce a fermarlo, ci hanno provato grandi menti e scienziati di tutto il mondo. Hanno tentato con insetticidi e gas letali ma per ora il punteruolo ha la meglio sull'intervento dell'uomo...Così, anche quest'anno, quando domenica vedremo le palmette decorate, un pensiero andrà anche al punteruolo rosso.
La Domenica delle Palme, è un giorno di festa caratterizzato ancora da preparazioni culinarie dedicate alla " cucina di magro", tipica del periodo della Quaresima ed uno dei piatti piu' consumati è il " Ragù quaresimale", un piatto semplice e povero, senza carne (e nemmeno pesce), tutto vegetale ad eccezione di qualche "sassolata" di pancetta che andrà a sostituire egregiamente i tocchi di carne, di salsiccia o di cotenna di maiale, tipici del ragù alla siciliana.
L'effetto finale di questo ragù, per quanto la carne risulti fuggita verso altri lidi, è comunque molto gustoso ed assai nutriente; non so se purifichi lo spirito o se innalzi gli animi, ma di certo celebra l'immaginazione, che a noi siciliani... non manca mai.
Ingredienti per quattro persone: 350 grammi di pasta formato corto (io ho scelto i mezzi rigatoni), 100 grammi di salsa rustica, 4 patate, mezza cipolla, un pezzo di carota, del sedano, rosmarino fresco, olio evo, noce moscata, sale, pepe nero...e 50 grammi di pancetta.
Preparazione
fare il soffritto con cipolla, carota e sedano tritati e olio extra vergine d'oliva. Versare la salsa e aggiungere un pizzico di sale, rosmarino fresco e noce moscata grattugiata. Far cuocere la salsa per quindici minuti, aggiungere 600 ml di acqua ed alzare la fiamma. Appena l'acqua accennerà il bollore aggiungete le patate precedentemente sbucciate, lavate e tagliate a grossi tocchi. Far cuocere per circa dieci minuti. Versare la pasta del formato scelto facendo attenzione al tempo di cottura. Nel frattempo, in una padella antiaderente, mettere due cucchiai di olio extra vergine d'oliva e la pancetta tagliata a dadini. Lasciare sfrigolare sul fuoco due minutini e aggiungerla alla pasta cotta, a fuoco spento.
Impiattare, spolverata di pepe nero appena macinato, una grattugiata di pecorino siciliano e... Troppo banale?.... no! Troppo buona!
Buon appetito e Auguri!