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Chiacchiere e sanguinaccio

| Federica Cordone | Cucina Siciliana

 

" Semel in anno licet insanire "

A Carnevale ogni... fritto vale!

Cenci, galani, frappe, crostoli, bugie, fiocchi, chiacchiere... potete chiamarli come volete, ma questi dolci sono senza dubbio il simbolo stesso del Carnevale!

Siamo in pieno Carnevale, che culminerà con giovedì e martedì grasso e le chiacchiere, dolce fritto tipico di questa festa, non possono assolutamente mancare. Gonfi e friabili, di origine antichissima, probabilmente questi dolci sono una derivazione di alcune frittelle preparate in epoca romana proprio nel periodo in cui oggi si festeggia il Carnevale.

L'origine del dolce, infatti, pare sia latina. In quei tempi, il 17 marzo si celebrava "Liberalia", festa in onore di Liber Pater (equivalente al greco Dionisio) e della consorte Libera, divinità italiche della fecondità, del vino e dei vizi. Durante la festa, che segnava per i ragazzi di 16 anni il passaggio all'età adulta, le sacerdotesse di Libero, col capo cinto di edera, offrivano ai passanti le "frictilia", dolci al miele fritti nel grasso di maiale, molto simili nella tipologia alle odierne chiacchiere.

Di una bontà sconfinata, le chiacchiere sono come le ciliegie, una tira l'altra e la scorpacciata è inevitabile! Croccanti e dolci al punto giusto, si preparano anche al forno, ma tuffarle nell'olio bollente, o nello strutto sfrigolante per poi cospargerle di zucchero a velo...è per tutti noi, sinonimo di giovedì grasso!

Dalle nostre parti, inoltre, persiste un binomio inscindibile: non si può parlare di chiacchiere senza menzionare anche il sanguinaccio. Chissà quanti di voi ricorderanno quest'altra "chicca" siciliana! Originariamente, Il sanguinaccio, una crema densissima a base di cioccolato, era realizzato con l'aggiunta di un ingrediente il cui consumo è ormai vietato da parecchi anni: il sangue di maiale!

Cioccolato e sangue di maiale (che conferiva un retrogusto leggermente acidulo) venivano cotti insieme con l'aggiunta di vino rosso, aromi, uva sultanina e frutta secca, addensati con fecola di patate. Una volta cotto, il sanguinaccio, veniva fatto raffreddare completamente per poi essere insaccato dentro budella di maiale.... il suo aspetto esteriore era praticamente identico a delle grosse salsicce e si mangiava proprio a fette!

A tal proposito, ed anche per scongiurare che si possa pensare che i siciliani siano stati affetti da "draculite", è bene sottolineare che, anticamente, la spinta al consumo di certi prodotti è stata determinata  esclusivamente da situazioni di povertà. Nondimeno, e per fortuna, l'entrata in vigore della normativa emanata dal Ministero della Salute ha, però, vietato l'uso del tessuto liquido animale sotto ogni forma, debellandolo, ovviamente, anche dalle nostre tavole.

"Fatta le legge, trovato l'inganno", così, nonostante tutto, la partecipazione alle abbuffate carnevalesche, da parte del  "compare" delle chiacchiere, non è stata tuttavia compromessa. Il sanguinaccio, infatti, sebbene privo di "sangue", spadroneggia ancora sulle nostre tavole, sotto forma di una goduriosa crema di cioccolato, servita di fianco alle amate chiacchiere.

Tanto quanto per altre prelibatezze, anche per le chiacchiere vale la considerazione ...città che vai nome che trovi!!! La differente denominazione sarebbe dovuta, più che alla ricetta con cui sono fatte, alle forme diverse con cui la sfoglia di pasta viene tagliata. Un esempio? I crostoli sono di forma rettangolare e l'impasto, dopo la cottura, assume una consistenza piuttosto "grezza". I galani invece, tipici della città di Venezia, sono delle strisce di pasta tagliata a forma di nastro, di varie lunghezze, chiamato appunto galan.

Un'altra scuola di pensiero, lega, invece, l'origine del nome ad un suono onomatopeico, laddove, per esempio, frappe, sta ad indicare qualcosa di estremamente friabile che si rompe appena arriva alla bocca.

Rimane pur sempre un dubbio...perchè in Sicilia sono chiamate "chiacchiere?"...forse perchè anche di quelle se ne fan tante; spesso – ahinoi - con grande facilità.

Per concludere ...un antico proverbio colmo di saggezza che, sebbene di origine napoletana, i siciliani hanno prontamente adottato:

Chiacchieri e tabacchieri i lignu, u bancu unni ppigna.

Come a dire che le parole e gli oggetti di nessun valore, non potevano aver credito alcuno, neanche in quello che era il più grande e prestigioso Istituto Bancario della Sicilia , il Banco di Sicilia- Monte dei Pegni – dialettalmente conosciuto come "monte ri pietà". Ovvero, per dirla più esplicitamente : non si raccontino frottole né si facciano promesse inattendibili e fatue, perché si sa, i siciliani non amano essere presi in giro!

 

Ingredienti per le chiacchiere: 500 grammi di farina 00, 3 uova, 50 grammi di burro morbido, 30 grammi di zucchero semolato, 1 pizzico di sale, 2 cucchiai di liquore Marsala (maraschino o rum o grappa) , scorza di limone, I bustina di vanillina, cannella in polvere, abbondante olio per friggere, zucchero a velo per cospargere.

Ingredienti per il sanguinaccio: 1 litro di latte, 200 grammi di zucchero, 250 grammi di cacao amaro in polvere, 1 cucchiaio di farina, 1 cucchiaio di amido di mais, 100 grammi di burro, cannella (secondo i propri gusti e le proprie preferenze), 100 grammi di cedrata o cucuzzata (cedro o zucca candita), una tavoletta di cioccolato fondente.-

 

 

Preparazione chiacchiere

 

Versare la farina su di una spianatoia, aggiungere lo zucchero e le uova ed impastare. Aggiungere la cannella in polvere, un pò di scorza di limone grattugiata  il burro ammorbidito, il sale e due cucchiai di marsala e la vanillina. Se l’impasto dovesse essere ancora appiccicoso aggiungere dell’altra farina in modo che risulti acile lavorarlo. Lavorare l’impasto con le mani fino a quando sarà diventato omogeneo. Lasciare riposare coperto con un canovaccio almeno per un’ora. Trascorso il tempo indicato, tirare la sfoglia fino a che diventa piuttosto sottile con un mattarello. Il ripiano ed il mattarello devono essere spolverizzati con farina 00 affinchè venga agevole la lavorazione e l’impasto non si appiccichi. Con una rotella dentellata poi ricavare delle strisce lunghe circa 10-12 cm. Fare scaldare l’olio di semi in una padella con i bordi alti, tuffare poi le strisce di pasta. Quando saranno ben dorate da entrambi i lati tirarle fuori dall’olio e riporle su si un vassoio foderato da carta assorbente in modo da eliminare l’olio in eccesso. Appena tutta la pasta sarà cotta spolverare con lo zucchero a velo aiutandovi con un colino.

 

 

 

Preparazione sanguinaccio

 

 In una pentola versare cacao, zucchero, farina e amido, aggiungere lentamente il latte rimescolando. Porre su fuoco a fiamma molto bassa, aggiungere il burro e portare ad ebollizione. Appena la crema si sarà addensata, spegnere il fuoco e far raffreddare. Quando sarà ben fredda, aggiungere la cannella, la vaniglia, la cedrata ridotta in piccolissimi pezzetti e la tavoletta di cioccolato sminuzzata. Servire in coppette singole.

 

 

 

N.B.: per friggere c'è chi usa l'olio di semi (di girasole, di arachidi...) e chi invece aggiunge un po' di sugna. L'importante è che le chiacchiere siano fritte in olio abbondante....e una chiacchiera tirerà l'altra...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 15 settembre – Presentiamo oggi la nuova veste grafica di Monreale News, il nostro quotidiano, al quale diamo un nuovo look, un nuovo aspetto.

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