Iris fritta

 

A MATINATA FA A JURNATA!

Per i meridionali ma soprattutto per un siciliano “doc”, il “Buongiorno” è una tazza di caffè. Senza quello, non si guarda neanche l’orologio e non ci si può nemmeno rendere conto di essersi svegliati...

 

Caffè, come si è detto, ma appena si mette piede in un bar, è probabile che si mangi qualcosa di salato o dolce...magari fritto ('a prima matina..!!) e con ricotta! Da città a città cambiano nomi e condimenti, ma la siciliana logica “colazionatoria"  è quasi sempre quella di avere un contenitore fatto di pasta brioche, ripieno di ogni ben di Dio e infine cotto al forno o fritto. Ed ecco il tripudio dei calzoni, rollò, ravazzate, rizzuole, cartocci, iris e chi più ne ha più ne metta.....

I nutrizionisti affermano che “la colazione è il pasto più importante della giornata”.... E noi li ascoltiamo...

Oggi vi offro, purtroppo solo virtualmente, per l'appunto una “sana”...ehm...”golosa e nutriente” colazione palermitana, con uno dei dolci piu' tipici: sua maestà la "Iris", che in palermitano stretto si chiama “Inis”.

Di questo dolce esistono 2 versioni, identiche nel procedimento, differenti solo nella cottura; l'iris fritta e' piu' gustosa ovviamente, ma... forse... un pò pesante per iniziare la giornata anche se, detto tra di noi, il matrimonio fra una pasta sofficissima fritta e un po’ granulosa, la crema di ricotta e la cioccolata fanno di questa squisitezza una delle pietre miliari, delle ghiottonerie siciliane!

La versione cotta al forno, invece, è un migliore equilibrio tra “vularia” (capriccio) e necessità.

L’antica ricetta utilizzava dei panini, a forma di rosette, farciti con la crema di ricotta, panati e fritti. Comoda scorciatoia forse, ma l'idea di volersi accontentare, facendo comunque il pieno di calorie, con qualcosa che alla fine non e' un'iris ma un panino ripieno, sinceramente, non e' molto “invitante”!  

Da qui nasce la voglia di provarci e ottenere un risultato per soddisfare occhio e palato!

Ingredienti: 500 grammi di farina 0 (molto meglio la manitoba), 50 grammi di strutto, 25 grammi lievito di birra, 15 grammi di sale, 3 uova, 400 grammi ricotta di pecora, ½ litro di latte, 100 grammi cioccolato fondente a gocce, 50 grammi di zuccata tagliata a piccoli dadini (facoltativo), 350 grammi di zucchero, 1 bustina di vanillina, cannella in polvere, pangrattato, olio di semi per friggere.

PREPARAZIONE

Fare ammorbidire lo strutto tenendolo fuori dal frigo per un paio di ore. Mettere la ricotta con 250 grammi di zucchero in una ciotola abbastanza capiente e lavorarla con le fruste, possibilmente con uno sbattitore. Lasciarla riposare per circa mezz’ora, quindi aggiungere le gocce di cioccolato fondente, la cannella in polvere e se gradite la zuccata a dadini.
Setacciare la farina, unire lo strutto e iniziare a mescolare (meglio in una planetaria). Aggiungere all’impasto la bustina di vanillina, il lievito sciolto in un po' d'acqua, 100 grammi di zucchero, il latte tiepido, poco alla volta, lavorandolo continuamente.

Quando la pasta comincia ad amalgamarsi aggiungere poco per volta il sale. L’impasto è pronto quando si staccherà dalle mani o dalle pareti della planetaria. La pasta deve risultare morbida e la si deve lasciare coperta a lievitare per due ore, al caldo.
Trascorse le due ore, riprendere la pasta, stenderla con il mattarello e formare dei dischetti con un tagliapasta di circa 7 cm. ( o con il bordo di un bicchiere) dello spessore di circa un centimetro. Mettere un cucchiaio di crema di ricotta sulla metà dei dischetti e ricoprirli con i dischetti rimasti, cercando di formare dei piccoli panzerotti rotondi.

Sistemare su un piano unto d’olio e lasciare lievitare per 1 ora in un luogo tiepido. Passare nelle uova battute con un pizzico di sale, poi nel pangrattato e friggere in olio bollente fino a quando raggiungono un colore dorato.
Lasciare su carta assorbente a perdere l’unto in eccesso e fare intiepidire.

Occhio al tuppo: se volete sbizzarirvi... tenete un po' d’impasto da parte, ricavatene delle palline grosse come noci, posizionatele al centro di ogni panzerotto farcito e lievitato, facendo una leggera pressione del pollice della mano, passate nelle uova, nel pangrattato...friggete e....ecco l'iris provvista del tipico bottone (u' tuppo)!

 

(se preferite un gusto piu' leggero, piuttosto che usare le uova, come prevede la ricetta originale," sigillate" i panetti lievitati e ripieni utilizzando un composto di acqua, farina e un pizzico di sale, tenendo in considerazione il fatto che la quanttà di acqua dovrà essere circa il doppio rispetto alla farina usata).