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Palermo, commemorati oggi Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, uccisi da Cosa Nostra 39 anni fa

| Giuseppe Cangemi | Succede a Palermo

La cerimonia in piazza Giovanni Paolo II

PALERMO, 6 agosto – Si è svolta oggi la cerimonia di commemorazione del vicedirigente della Squadra Mobile di Palermo Ninni Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia, uccisi dalla mafia il 6 agosto del 1985.

Quel giorno Ninni Cassara' e Roberto Antiochia furono trucidati, intorno le ore 15.30, in via Croce Rossa presso l'abitazione del funzionario, con un agguato composto da nove uomini armati di kalashnikov che spararono più di duecento colpi d'arma da fuoco.
Stamattina, quindi, alla presenza del Questore di Palermo Vito Calvino, numerose autorità civili e militari e la rappresentanza A.N.P.S Monreale ha presenziato alla cerimonia di commemorazione con deposizione corona di alloro presso la stele in piazza Giovanni Paolo II a Palermo.

Successivamente e' stata celebrata una Messa officiata da don Massimiliano Purpura, che ha voluto ricordare oltre che Ninni Cassara' e Roberto Antiochia, anche il commissario Beppe Montana, dirigente della squadra catturandi, assassinato il 28 luglio 1985, nonché l'agente Scelto Antonio Agostino e la moglie Ida Castelluccio uccisi il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini.
«Il sacrificio di illustri servitori dello Stato deve motivare tutti quanti ad essere sempre vigili nella lotta contro la mafia». Lo dichiara l'assessore della Famiglia, politiche sociali e lavoro, Nuccia Albano, che ha partecipato questa mattina alla commemorazione del vicequestore Ninni Cassarà e dell'agente di polizia Roberto Antiochia, in piazza Giovanni Paolo II, e a quella del procuratore capo della Repubblica Gaetano Costa, in via Cavour, a Palermo.

«Mantenere viva la memoria di questi eroi, trasmettendo alle nuove generazioni le loro storie, il valore della legalità e del coraggio civico è essenziale per onorarne il sacrificio e continuare a combattere la mafia. Oggi - continua l'assessore Albano - abbiamo più che mai il dovere di sensibilizzare i giovani su queste tematiche, affinché possano impegnarsi per una società più giusta e libera dalla criminalità organizzata. Ciò può far sì che la loro morte non sia stata vana».

 

 

 





· Enzo Ganci · Editoriali

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