Palermo, indebita percezione di erogazioni pubbliche, sequestro da 20 milioni all'Amap
E' stato eseguito dalla Guardia di Finanza. I vertici della società società non avrebbero comunicarono alla Bei gravi e reiterate violazioni
PALERMO, 25 maggio - Disponibilità finanziarie e beni per circa 20 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Palermo.
I militari del Comando provinciale hanno eseguito un provvedimento, emesso dal Gip del capoluogo siciliano su richiesta della Procura europea (Eppo-Ufficio di Palermo), nei confronti dell'Amap, la partecipata del Comune che si occupa della gestione del servizio idrico integrato, e di Giuseppe Ragonese, 63 anni, direttore generale della società, Alessandro Di Martino, 53 anni, amministratore unico dal 18 marzo del 2019, e Maria Concetta Prestigiacomo, 70 anni, ex assessore comunale e amministratore unico di Amap dal 23 marzo 2014 al 18 marzo 2019.
Il reato contestato, allo stato, è quello di indebita percezione di erogazioni pubbliche, aggravato dalla qualifica di 'incaricati di pubblico servizio' rivestita dagli indagati, nonché dalla circostanza che la condotta penalmente rilevante avrebbe causato un danno di oltre 100mila euro agli interessi finanziari dell'Unione Europea. E' stata ipotizzata ai danni della società partecipata anche la correlata responsabilità amministrativa derivante da reato.
Le indagini, scattate dopo una denuncia presentata dalla Banca europea degli investimenti (Bei) direttamente alla sede Eppo di Lussemburgo e condotte dai finanzieri del nucleo di Polizia economico finanziaria di Palermo - Gruppo Tutela spesa pubblica sotto il coordinamento della Procura europea, hanno riguardato un prestito agevolato di circa 20 milioni di euro. Denaro che la società partecipata aveva ottenuto dalla Bei, a valere sul Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) con garanzia concessa dall'Unione Europea, per la realizzazione di un programma di investimento nel settore della produzione di acqua potabile e trattamento delle acque reflue.
Secondo l'accusa per impedire alla Banca europea degli investimenti di procedere alle valutazioni di competenza in merito al rispetto delle condizioni per l'ottenimento e/o revoca del finanziamento erogato, i vertici dell'Amap avrebbero "consapevolmente omesso di comunicare alla Bei la commissione, tra il 2017 e il 2020, di gravi e reiterate violazioni, anche di rilevanza penale, in materia ambientale", sfociate in un'ordinanza di commissariamento giudiziale, emessa nel 2021 dal gip Palermo, e nella successiva richiesta di rinvio a giudizio dei responsabili.
L'indagine riguarda la gestione dei depuratori delle acque reflue urbane di Acqua dei Corsari a Palermo e dei comuni di Balestrate, Carini e Trappeto. Secondo la Procura di Palermo, che ha chiesto per loro il processo, i vertici di Amap avrebbero provocato l'inquinamento dell'area protetta del golfo di Castellammare. Il sequestro disposto dal gip ed eseguito dai finanzieri ha riguardato l'ammontare complessivo della somma oggetto del prestito, pari a circa 20 milioni di euro, "in quanto ottenuta attraverso le omissioni informative fraudolentemente poste in essere dagli indagati".
"L'odierna operazione di servizio - spiegano dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Palermo - testimonia la stretta sinergia operativa tra la Procura Europea e la Guardia di finanza a tutela degli interessi economico-finanziari dell'Unione Europea, nella consapevolezza che l'illecita apprensione di risorse destinate agli investimenti frena lo sviluppo del Paese".
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