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Palermo, ricordati oggi Rocco Chinnici e gli uomini della scorta

| Giuseppe Cangemi | Succede a Palermo

Nella strage per mano mafiosa persero la vita il giudice Rocco Chinnici, Mario Trapassi, Salvatore Bartolotta e Stefano Li Sacchi

PALERMO, 29 luglio – Si è tenuta stamattina a Palermo la commemorazione della strage di via Pipitone Federico a 39 anni di distanza alla presenza delle autorità civili e militari.

La strage per mano mafiosa in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici con gli uomini della scorta avvenne il 29 luglio del 1983, alle 8 circa, quando una Fiat 126 verde venne fatta esplodere davanti al palazzo in cui il giudice abitava in via Federico Pipitone. Rocco Chinnici morì insieme con i suoi agenti di scorta, il maresciallo dei carabinieri, Mario Trapassi, l'appuntato dell'Arma, Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi e diversi tra civili e agenti rimasero feriti.

La strage, che precedette le stragi avvenute poi negli anni Novanta, rappresentò l’evidente manifestazione della violenza e della barbarie di cui la mafia si fece promotrice. Alla manifestazione odierna, avvenuta con la posa di una corona d’alloro presso la lapide commemorativa, hanno partecipato oltre ai familiari del giudice e delle vittime molte autorità civili e militari tra cui il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia e l'assessore regionale Gaetano Armao, il generale Riccardo Galletta, comandante interregionale dei carabinieri, e Matteo Frasca, presidente della Corte d’Appello di Palermo.

''Ricorre oggi - ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla - il trentanovesimo anniversario della strage di via Pipitone Federico, dove morirono per mano mafiosa il giudice Rocco Chinnici, il maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato dei Carabinieri Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi. Al giudice Chinnici si deve l’ispirazione che ha portato alla nascita del pool antimafia che, negli anni più bui della guerra di mafia che ha colpito anche molti servitori dello Stato, ha segnato un sensibile cambio di passo nella lotta alla criminalità organizzata. Per questa ragione - ha concluso Lagalla - con il ricordo del sacrificio di Rocco Chinnici, magistrato lungimirante, si rinnova l’invito rivolto ai giovani tanto quanto agli amministratori locali a non abbassare mai la guardia nel contrasto alle mafie''.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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