Omicidio Vucciria, sono tre i fermi disposti questa notte

Gli inquirenti non escludono che il movente dell’uccisione di Emanuele Burgio, 26 anni, possa essere di stampo mafioso

PALERMO, 1 giugno – Le immagini estrapolate dalle telecamere di sorveglianza delle attività presenti nel quartiere Vucciria hanno portato questa notte al fermo di tre persone. Ad eseguire la misura cautelare sono stati gli agenti della squadra mobile di Palermo, di cui Rodolfo Ruperti è il capo, e i soggetti sarebbero coinvolti nell’omicidio di Emanuele Burgio, il 26enne colpito due giorni fa in via dei Cassari, nelle vicinanze della trattoria “Zia Pina”, di proprietà della famiglia.

Gli inquirenti non escludono che l’assassinio si sia verificato all’interno di un quadro di regolamento dei conti, forse imputabile al traffico di droga. È emerso infatti che nonostante Burgio non avesse mai riportato condanne, la quinta sezione del Tribunale di Palermo aveva intrapreso un processo che lo vedeva accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, per fatti risalenti al 2017.
La pista mafiosa sarebbe dunque una possibile spiegazione a quanto si è verificato nel quartiere popolare palermitano. Il ragazzo era stato processato anche per un furto ai danni di una gioielleria, ma era stato successivamente dichiarato innocente nel 2020, con una sentenza del gup Giuliano Castiglia. Il padre del giovane, Filippo Burgio, si trova attualmente nella casa circondariale di Voghera per associazione mafiosa ed è stato avvisato dell’uccisione di Emanuele tramite un telegramma.