Anziani maltrattati a Palermo: manette per sei persone e sigilli per una casa di riposo

La Finanza riconosce anche reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio

PALERMO, 16 aprile – Una maxi-operazione in tutto e per tutto quella messa in atto dalla Guardia di Finanza di Palermo che, dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, ha disposto l'arresto di 6 soggetti per maltrattamento ai danni di anziani ospiti della casa di riposo "Aurora" di Palermo. Con il medesimo provvedimento, è stato predisposto anche il sequestro preventivo della società che gestisce l’attività d'assistenza per i reati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. 

Al vertice del disegno criminale vi era Maria Cristina Catalano, già referente delle precedenti società fallite, nonché amministratrice di fatto della compagine che gestisce attualmente la casa di riposo, coadiuvata da Vincenza Bruno e dalle altre dipendenti Anna Monti, Valeria La Barbera, Antonina Di Liberto e Rosaria Florio.  L'amministratrice, in quanto inserita oltretutto in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza (799 euro al mese dal maggio 2019) ottenuto però con dichiarazioni false, è stata denunciata in concorso con il compagno M.D., effettivo richiedente il beneficio.

Per quanto attiene ai reati fallimentari, è stata dimostrata la continuità aziendale tra tre società che ininterrottamente a partire dal 1992 hanno gestito la casa di riposo “Aurora”. Le diverse compagini sono state asservite agli interessi criminali degli indagati facendole subentrare l’una all’altra una volta portate in stato di inadempimento ad obblighi finanziari, accumulando complessivamente un passivo fallimentare pari a circa un milione di euro. Per realizzare il disegno criminoso sono state perpetrate operazioni di distrazione patrimoniale, di riciclaggio e autoriciclaggio, potendo contare la Catalano sul contributo di soggetti “teste di legno” in qualità di formali amministratori e su soggetti compiacenti, tra i quali anche un impiegato comunale, tutti indagati.

Le indagini eseguite dai finanzieri del Gruppo Tutela Mercato Capitali, basandosi anche sulle dichiarazioni di ex dipendenti della struttura, hanno inoltre consentito di individuare allarmanti episodi di maltrattamento, fisico e psicologico, ai danni degli anziani ospiti della casa di riposo.
Su delega della Procura, sono state quindi avviate specifiche attività di intercettazione, che hanno consentito fin da subito di documentare la sistematica attuazione di decine di metodi di vessazione fisica e psicologica inflitti agli anziani costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura, che li ha indotto successivamente ad atti di autolesionismo.

 Un vero e proprio regime di vita vessatorio, mortificante ed insostenibile, fatto di continue ingiurie e minacce ("se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi la smetti, o zitta, muta"; "devi morire, devi buttare il veleno là”, “per quanto mi riguarda può crepare”), e violenze fisiche (spintoni, calci e schiaffi, colpi di scopa; in alcuni casi, i soggetti lesi sono stati legati alla sedia per inibire loro ogni movimento). Emblematica della crudeltà dei comportamenti tenuti dagli indagati, è l’affermazione della Catalano registrata in occasione del soccorso inizialmente prestato ad una paziente, poi purtroppo deceduta: "Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava…...io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta.”

Lo stesso G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, nel valutare il gravissimo quadro probatorio raccolto dalle Fiamme Gialle palermitane, segnala “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano”, evidenziando come “l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere, ritenuta l’unica proporzionata alla gravità ed all’immoralità della condotta e l’unica idonea a contenere la disumanità degli impulsi”. Il G.I.P. ha inoltre disposto la nomina di un amministratore giudiziario, con esperienza specifica del settore, al fine di assicurare la prosecuzione dell’attività con personale qualificato per fornire adeguata assistenza agli ospiti della struttura.

Inoltre, insieme al Dipartimento di Prevenzione dell’ASP di Palermo e la Direzione della Centrale Operativa del 118, è stato predisposto un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani, nel rispetto e con le cautele imposte dalle norme vigenti in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19.