Istituto Case Popolari, due ex dirigenti accusati di peculato

La Guardia di Finanza ha sequestrato loro beni per 290 mila euro

PALERMO, 28 dicembre - I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, hanno portato a termine un'articolata operazione di polizia giudiziaria a contrasto dei reati contro la Pubblica Amministrazione con particolare riferimento al delitto di peculato.

In particolare, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di S. G., 74 anni, già direttore generale e presidente dell’organismo indipendente per la valutazione delle performance e del controllo strategico dello I.A.C.P. (Istituto Autonomo Case Popolari) di Palermo dal 1994 al 2013, e di E.B. 66 anni, già dirigente del settore tecnico nonché sostituto direttore generale del citato istituto dal 2009 al 2018.
Il provvedimento cautelare reale scaturisce da un’indagine, iniziata nel 2017, relativa al riconoscimento indebito (c.d. sistema “a pioggia”) a dirigenti dell’I.A.C.P. di indennità varie (di posizione organizzativa, di risultato, di produttività collettiva), che aveva già portato alla denuncia di sette soggetti (tra cui anche S.G. e E.B) responsabili, in concorso, per il reato di abuso d’ufficio.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo hanno permesso di dimostrare come gli indagati, nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2015, abbiano liquidato detti emolumenti senza l’elaborazione ed attuazione del cosiddetto “Ciclo di gestione della performance”, sistema di monitoraggio previsto dalla riforma “Brunetta”, finalizzato al miglioramento degli standard qualitativi ed economici dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni tramite la valorizzazione dei risultati e della performance organizzativa e individuale. Le indagini hanno consentito di appurare l’erogazione degli emolumenti premiali in argomento, prescindendo dalla preventiva assegnazione di obiettivi, dal monitoraggio dell’andamento dell’attività e dalla verifica dei risultati raggiunti.
L’approfondimento investigativo svolto sull’indennità di risultato riconosciuta ai citati dirigenti S.G. ed E.B. per gli anni 2010, 2011 e 2012, ha consentito di accertare l’indebita percezione della stessa nella seguente misura:
• S.G.: 108.550 euro per l’anno 2010 e 77.755 per l’anno 2012;
• E.B.: 52.873 euro per l’anno 2011 e 50.541 per l’anno 2012.
In considerazione del ruolo propositivo e determinante svolto dai dirigenti nei procedimenti amministrativi di liquidazione delle indennità (di fatto si è trattato di un’auto-liquidazione), è stato configurato a carico di S.G. e di E.B. anche il reato di peculato.
A fronte di un elevato rischio di aggravamento delle conseguenze dei reati contestati ed in relazione ad una pronosticabile irrecuperabilità dei proventi dei fatti commessi, l’autorità giudiziaria ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, disponendo il vincolo cautelare reale, anche per equivalente, per l’importo complessivo di circa 290 mila euro corrispondente al profitto dei reati ipotizzati. Il Gip di Palermo, condividendo le conclusioni investigative, ha confermato il vincolo reale sui beni di S.G. e di E.B.