Palermo, la Guardia di Finanza sequestra sette milioni all’imprenditore Enrico Splendore

Tra i beni anche il noto bar di Settecannoli

PALERMO, 18 marzo – I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo, hanno eseguito il provvedimento con cui la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili, aziende, disponibilità finanziarie, contanti, dal valore complessivo di circa 7 milioni di euro nei confronti del noto imprenditore Enrico Splendore.

Le investigazioni delle Fiamme Gialle, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno consentito di ricostruire il profilo bio -criminale di Enrico Splendore, uno dei principali punti di riferimento cittadini nel settore delle scommesse sportive. Questi, fin dagli anni ’90 ha esercitato abusivamente l’attività, poi proseguita parallelamente a quella legale. Risulta, infatti, aver riportato una condanna irrevocabile per esercizio di giochi d’azzardo nel 1990 e condannato, in primo e secondo grado, per il delitto di cui all’articolo 416 codice penale per essersi associato con altre persone allo scopo di commettere più reati di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa dal gennaio 2007 al settembre 2010.

Gli accertamenti delegati dalla Procura della Repubblica di Palermo, hanno evidenziato come Enrico Splendore abbia inevitabilmente allacciato sistematiche relazioni con diversi soggetti avvicendatisi nel tempo ai vertici delle cosche mafiose di Brancaccio, Corso dei Mille e Villabate, zone geografiche dove l’imprenditore ha concentrato i suoi interessi, anche legali.
Tra questi il bar Splendore, florida attività commerciale ubicata nel cuore di un quartiere, quello di Settecannoli, controllato dalla cosca mafiosa di Corso dei Mille. Le indagini hanno permesso di far emergere la contiguità di Splendore con esponenti di spicco del mandamento mafioso di Brancaccio, quale Pietro Tagliavia, trovando conferma anche nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia (Andrea Bonaccorso, Stefano Lo Verso), che hanno descritto l’aiuto fornito all’imprenditore nell’esercizio delle sue attività.

Gli approfondimenti successivamente svolti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo si sono concentrati sugli interessi economici e sul patrimonio immobiliare dello Splendore, rilevando l’effettuazione, nel tempo e anche per il tramite di altre persone, di rilevanti investimenti mobiliari e immobiliari, a dispetto di una capacità reddituale ritenuta non adeguata.
E’, quindi, emersa una significativa sproporzione tra il loro valore e i redditi dichiarati, su cui è stata fondata la proposta di sequestro, che la Procura della Repubblica ha avanzato, all’esito di lunghi e laboriosi accertamenti, alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale.

Tra i beni sottoposti a sequestro vi sono 4 immobili ubicati nella città di Palermo, il compendio aziendale del “Bar Splendore” - avviata attività commerciale di bar e scommesse sportive ubicata nel quartiere Brancaccio-Settecannoli la cui gestione è attualmente operata da altra società - la ditta “Enrico Splendore”, esercente l’attività di procacciatore d’affari, il 10 % delle quote societarie della “Di Filippo Bus s.r.l.” di via Messina Montagne, 14 conti correnti e 4 autovetture.

L’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine mafiosa e, più in generale, illecita continua con la duplice finalità di disarticolare le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate, nonché di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità.