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Palermo, la Guardia di finanza scopre 800 lavoratori in nero e 13 milioni di evasione fiscale

| Enzo Ganci | Succede a Palermo

Nel mirino della Fiamme Gialle una società di call center

PALERMO, 4 giugno - Al termine di un’articolata indagine durata circa due anni e mezzo, i finanzieri del Gruppo di Palermo hanno scoperto un’ingente evasione fiscale, contributiva e previdenziale perpetrata attraverso la gestione di quattro società nel campo dei call center.

Un imprenditore cinquantenne di origine padovana ma residente a Palermo aveva ideato un sistema di frode al fisco basato sulla costituzione di più società operanti nello specifico settore. Queste imprese avevano sede dichiarata, ma di fatto inesistente, a Milano, mentre operavano nel capoluogo siciliano, così da rendere più difficili i controlli da parte degli organi di vigilanza.

Le società, che di fatto erano attive in Via Ugo La Malfa, in Via Paisiello e in Via Principe di Paternò, si sono avvalse di un considerevole numero di lavoratori “in nero” e di conse-guenza non hanno dichiarato un consistente volume di ricavi conseguiti. Il blitz all’interno dei locali ha infatti consentito di recuperare documentazione riguardante l’irregolare tenuta dei dipendenti e una serie di appunti in cui venivano annotati i ricavi in nero. Oltre a questa documentazione, sono stati sequestrati computer, cd rom e pen drive.

L’esame di quanto trovato nelle sedi effettive delle società ha permesso alle Fiamme Gialle palermitane, al termine delle verifiche e dei controlli effettuati, di accertare che circa 13 milioni di euro sono stati sottratti alla tassazione, causando un danno in termini di imposte non pagate pari a circa 4 milioni di euro, e che sono stati impiegate circa 800 persone non regolarmente assunte.

L’imprenditore è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Palermo per frode fiscale e gli sono state imputate sanzioni amministrative per circa 14 milioni di euro per le violazioni in materia di legislazione sociale e del lavoro. Al temine dell’operazione l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro di tutti i beni ri-conducibili al reo per l’importo, circa 4 milioni di euro, corrispondente all’imposta complessivamente evasa.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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