Palermo, azzerati i mandamenti mafiosi di San Lorenzo e Resuttana

Oltre 200 i carabinieri impegnati nell'operazione "Talea". IL VIDEO

PALERMO, 5 dicembre – Dopo i recenti blitz allo Zen, a Borgo Vecchio e a Santa Maria di Gesù, oltre 200 carabinieri di Palermo, supportati da: 2 elicotteri del 9° Elinucleo di Boccadifalco, da cinque unità cinofile del Nucleo di Palermo Villagrazia, da militari del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia e dello Squadrone Carabinieri Eliportato "Cacciatori Sicilia", su delega della Procura distrettuale di Palermo, stanno eseguendo - nei mandamenti mafiosi di San Lorenzo e Resuttana - un provvedimento restrittivo emesso dal GIP del Tribunale di Palermo nei confronti di 25 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione, tutti commessi con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi.

L’indagine ha permesso di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali delle famiglie mafiose di “San Lorenzo”, “Partanna Mondello”, “Tommaso Natale” e “Pallavicino/Zen” (tutte appartenenti al mandamento di “San Lorenzo”) e della famiglia mafiosa di “Resuttana” (facente invece parte dell’omonimo mandamento unitamente alle famiglie mafiose di Acquasanta e Arenella); cristallizzare la storica riconducibilità del mandamento di Resuttana alla famiglia Madonia, evidenziando anche il ruolo ricoperto da Maria Angela Di Trapani, moglie dello storico boss di Resuttana, Salvino Madonia; rivelare come cosa nostra, per quanto depotenziata dai risultati investigativi e giudiziari, dimostri ancora la sua perdurante capacità di avvalersi della forza di intimidazione e del vincolo associativo per costringere i commercianti ad accettare l’imposizione del pizzo.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che, si terrà alle ore 12 odierne, presso la Palazzina “M” della Procura di Palermo, presieduta dal Procuratore Capo - Francesco Lo Voi, dal Procuratore Aggiunto, Salvatore De Luca e dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Palermo, colonnello Antonio Di Stasio.