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Nessuno tocchi le quote rosa, le donne monrealesi in politica si schierano con la parità di genere

| Caterina Ganci | Politica

Lo abbiamo chiesto alle donne che occupano un ruolo attivo nelle istituzioni locali

MONREALE, 10 ottobre – In Sicilia un passo indietro rispetto agli standard del resto dell'Italia? Potrebbe succedere. Al vaglio, a Palazzo dei Normanni, una proposta di legge sugli enti locali prevede la riduzione della quota di genere a un minimo del 20%, contro l’attuale 40% previsto anche a livello nazionale.

Sarà in discussione al parlamento siciliano il prossimo 15 ottobre. Intanto, ieri, in commissione Affari istituzionali "è emersa la disponibilità di tutti a recepire in Sicilia la norma nazionale sulla rappresentanza di genere, che prevede il 40% di donne nelle giunte comunali", lo ha detto il presidente della I commissione dell'Assemblea regionale siciliana, Ignazio Abbate (Dc).

La legge 56/14 per quanto riguarda la Parità di genere dispone che "Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico".
Monreale News ha chiesto cosa ne pensano della riduzione e se sono a favore del voto segreto, all'unico assessore donna in Giunta, Antonella Romano (Dc) e alle consigliere di tutti i partiti, da La Nostra Terra, Marco Intravaia per Monreale a Democrazia Cristiana, Il Mosaico. All'unisono dicono no alla proposta di riduzione, molte sono contrarie alle quote numeriche e contrarie al voto segreto.
La risposta dell'assessore Antonella Romano e delle tre consigliere Dc Nadia Battaglia e Valeria Giardi: "Non siamo favorevoli alla riduzione delle quote rosa e vogliamo il voto palese - rispondono - il nostro partito è donna, la DC ha da poco formato un gruppo di donne, composto da tante belle risorse.
Per quanto riguarda la riduzione della quota di genere a un minimo del 20%, contro l’attuale 40% previsto anche a livello nazionale, una delegazione di donne del partito parteciperà alla mobilitazione generale per il prossimo 15 ottobre alle ore 12:00, con un presidio sotto l’Assemblea Regionale Siciliana. Siamo unite in questa battaglia".

Giusi Madonia, La Nostra Terra: "Il ritorno al dibattito è quello che mi fa piacere in tutta questa vicenda - commenta - per il resto, è un argomento che mi provoca parecchio imbarazzo. Sono sempre stata contraria alle quote numeriche e colorate per indicare la percentuale 'permessa' alle donne in politica. Una società civile moderna e democratica - conclude - non dovrebbe fare distinzioni in questo senso, dovrebbe solo garantire parità e piena partecipazione".

Patrizia Roccamatisi, La Nostra Terra: "Premesso che a mio parere la rappresentanza femminile in politica non è solo questione di rappresentanza circostanziata - commenta - ma soprattutto reale e concreta perché le donne rappresentano la voce e gli interessi femminili che gli uomini non possono promuovere.
Le donne sono messaggere di una vera parità di genere - aggiunge - e contribuiscono a creare un contesto favorevole per la promozione di politiche che riducono differenze e diversità e migliorano l'uguaglianza. Fatta questa premessa - conclude - sono convinta che l'esito del voto segreto è manifestazione di chi non ha il coraggio di manifestare a viso aperto le proprie idee".

Antonella Giuliano, La Nostra Terra: "Credo che i concetti di progresso e di parità di genere non debbano e non possano rimanere solo delle nozioni astratte, tenute in un cassetto e rispolverate 'a comando' - dichiara - ritengo che già il solo parlare di quote, riferendosi alla partecipazione femminile alla vita politica, sia mortificante e svilisca alla base l’importanza del ruolo della donna in quanto persona e la valenza dell’apporto che tale persona possa offrire alla società. Si forse è mai assistito, infatti, a un dibattito sulle quote azzurre?
A maggior rigore, se alla parola quota si affianca una percentuale misera, quale ad esempio quella del 20%. Ecco che si assiste al regresso politico e civico di una società. Laddove - prosegue - la politica non considera nei fatti 'pari' persone di sesso diverso, non si può parlare di reale parità. Non mi pongo il problema della volontà politica della 'concessione' (a me donna) di una percentuale piuttosto che un'altra. Non la concepisco affatto, perché ritengo che se si è capaci si può arrivare comunque anche se-innegabilmente - ciò comporta il doppio di fatica e sacrificio. Semmai è il mancato riconoscimento da parte di certa politica di questo dato di fatto e, soprattutto, il volersi trincerare dietro lo scudo del voto segreto - conclude - non avendo neppure il coraggio di metterci la faccia, che mi offenderebbe come persona e come politico, ancor prima che come donna".

Rosanna Giannetto Marco Intravaia per Monreale: "La nostra società purtroppo si sviluppa secondo una cultura patriarcale, infatti oltre ad essere permeata da pregiudizi e da consuetudini che ostacolano la parità di genere, si favorisce la dominazione maschile nelle sfere politiche economiche e sociali. Ritengo che la presenza femminile nel contesto politico rappresenti uno strumento potente per combattere ed arginare questa cultura, promuovendo una società più egualitaria.
Certamente la rappresentanza femminile in certi contesti non è e non sarà la “bacchetta magica” ma pone le basi per fare scelte più appropriate e rappresentare un meccanismo di correzione alla parità di genere.
Per noi donne, mamme, mogli, lavoratrici, professioniste non è assolutamente semplice assurgere al tavolo delle decisioni e influenzare le politiche che riguardano le loro vite ma sono fortemente convinta che la loro leadership sia fondamentale per abbattere gli ostacoli alle pari opportunità
In merito al voto segreto, premesso che la segretezza del voto è utile a tutelare la libertà dell’elettore ed impedire che questo sia soggetto a pressioni esterne, ritengo che in questo caso specifico, dal momento che il contesto culturale al momento rappresenti un ostacolo alla parità di genere, debba palesarsi per senso di responsabilità nei confronti del territorio e della donna in genere".

Santina Alduina, Marco Intravaia per Monreale: "Sono per il recepimento della norma nazionale che fissa la quota di partecipazione delle donne al 40 per cento - commenta - anche se sono convinta che non è con un gioco di numeri che si affronta e risolve il tema della partecipazione femminile in politica, ma con la valorizzazione del merito a prescindere dal sesso. Per quanto riguarda il voto segreto - conclude - è una modalità che non condivido perché penso che chi fa politica debba assumersi la responsabilità a viso aperto, davanti agli elettori".

Letizia Sardisco, Il Mosaico: "Voto palese - dichiara - ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità, personali e politiche, di un eventuale gravissimo passo indietro culturale e civile. Certo le donne dovrebbero darsi una mossa nella rappresentanza politica - conclude - ed essere più rappresentanti dei cittadini e meno bacino di voti degli uomini che si candidano".

Paola Naimi, Gruppo Misto: "Sono per il voto palese e favorevole all'innalzamento delle quote rosa nelle giunte - dichiara - così come successo a Monreale, si rischia di essere sottodimensionate. Le donne in politica sono un valore aggiunto. Quindi, bisogna dare pari opportunità. Da una parte abbiamo la doppia preferenza in fase di voto, dall'altra se non c'è una legge che ci tutela le scelte sono dirottate altrove".

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 15 settembre – Presentiamo oggi la nuova veste grafica di Monreale News, il nostro quotidiano, al quale diamo un nuovo look, un nuovo aspetto.

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