Intravaia verso la riconferma della carica di presidente del Consiglio comunale
MONREALE, 18 giugno – Il momento della sintesi non è ancora arrivato. E sinceramente sarebbe stato singolare se lo fosse stato già. Adesso è il momento delle interlocuzioni. Serrate ed accese, ma rientranti sempre nell’ambito della dialettica politica.
Le liste che hanno sostenuto la corsa del sindaco Alberto Arcidiacono, consentendone una rielezione “bulgara”, ieri sera hanno avuto un primo incontro definito “interlocutorio”, che è servito a capire le “richieste” di ciascun gruppo, che il primo cittadino dovrà considerare al momento di comporre la giunta che, almeno in questa fase iniziale, dovrà sostenerne l’azione politica e dovrà amministrare la città.
Come sempre, ci sarà da regolare il “tira e molla”, che da una parte e dall’altra viene messo in campo. Per usare un linguaggio mutuato dal calcio, diciamo che ieri la partita è finita 0-0. Schermaglie, richieste, fase interlocutoria, ma ancora nulla di concreto.
Il quadro vede sette poltrone assessoriali da assegnare, più quella di presidente del Consiglio comunale, cioè la seconda carica istituzionale del comune (e del suo vice). Su quest’ultima sembrerebbero esserci pochi dubbi sul fatto che tocchi alla lista “Intravaia per Monreale”, vale a dire la più votata (dopo quella del sindaco). Un risultato che coincide con i numeri di Marco Intravaia, che con più di 1.400 voti è stato il candidato che ha avuto il maggiore consenso alle ultime amministrative. Un puzzle che, messo assieme, quindi, propone proprio il volto del deputato regionale e lo mette in pole position per occupare ancora lo scranno più alto dell’aula Biagio Giordano. La scelta di affidare il compito ad Intravaia, però, (almeno così sembrava stabilito in campagna elettorale) comporterebbe la rinuncia ad almeno un assessore.
In sostanza, la lista Intravaia otterrebbe un solo componente dell’esecutivo, anche se, al momento attuale, la richiesta è di due.
La partita, poi, si gioca sull’attribuzione delle restanti cariche. Posto che soltanto una di queste sarebbe da attribuire a “Il Mosaico” (nelle ultime ore si è fatta più insistente la voce che porta alla nomina di Francesco La Barbera, primo dei non eletti tra i “gambiniani”), la dialettica si sposta sull’asse La Nostra Terra-Democrazia Cristiana.
Entrambe puntano forte sui tre assessori, ma – se la matematica non un’opinione – perlomeno una delle due forze contendenti, dovrà ridurre le proprie richieste. Fra i rappresentanti della lista del sindaco i nomi che vengono spesi ne vedono uno proveniente da Grisì (Mannino o Giuliano), uno potrebbe essere quello di Patrizia Roccamatisi, con Salvo Giangreco da tenere comunque in considerazione, in virtù degli oltre mille voti di preferenza ottenuti.
Lo Scudo Crociato dovrebbe proporre i nomi di Ignazio Zuccaro, Giuseppe Di Verde e quello di Giovanni Vaglica (peraltro già designato al momento della presentazione delle liste). In casa Intravaia, invece, non ci stupiremmo se il nome dell’assessore avesse l’identikit di Silvio Terzo.
Va poi valutato l’obbligo di nominare un numero massimo di assessori-consiglieri. “Radio giunta” al momento ne indicherebbe uno per lista. Tutto ciò in attesa di una eventuale approvazione della legge regionale che consentirebbe l’istituzione del consigliere supplente e l’allargamento all’ottavo assessore. Questi, però, sono discorsi futuribili, che al momento valgono poco.
Arcidiacono, in tempi brevi, saldo sulla tolda ribadirà a tutti il suo ruolo da timoniere e chiuderà la partita. La ratifica dei consiglieri eletti è alle porte e con essa anche la prima seduta del Consiglio comunale. A quel punto la nuova giunta, 99/100, sarà già cosa fatta.
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