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La crisi nera del gioco terrestre: -42% rispetto al 2019

| Cronaca varia

Se c’è un settore che ancora non si è ripreso dalla crisi economica del Covid 19 questo è senza dubbio il gioco tradizionale. Ecco i numeri della crisi, ma soprattutto le motivazioni.

È una crisi senza precedenti quella che sta affrontando il settore del gioco terrestre in Italia. Un calo significativo del pubblico, dei ricavi e di conseguenza una contrazione importante anche del suo peso all’interno del panorama del gambling.

A entrare nel dettaglio della crisi è la ricerca "Studio sul settore dei giochi in Italia 2023" a opera della CGIA Mestre, che offre una panoramica chiara di questa tendenza e ne mette in evidenzia le cause principali. Ma partiamo dai numeri: nel periodo che va dal 2019 al 2023, il segmento degli apparecchi da intrattenimento, come AWP e VLT, ha registrato una riduzione drammatica nella raccolta, con un peso del comparto sulla raccolta totale che è sceso dal 42% del 2019 al 23% del 2023. Una percentuale che tradotta in numeri è pari a una perdita di 12 miliardi e 700 milioni di euro rispetto al 2019, stabilizzandosi intorno ai 33 miliardi e 700 milioni dello scorso anno. Una crisi che è anche occupazionale: sono oltre 7.300 i locali fisici che hanno chiuso, con conseguente perdita di lavoro di circa 7.500 unità. Cala anche il numero di imprese della filiera: -14%, ovvero 8.500 attività in meno.

Ma quali possono essere le cause della crisi? Di certo la pandemia ha avuto un impatto devastante, costringendo alla chiusura prolungata dei punti di gioco. Anche l’aumento della tassazione, in particolare quella del PREU, il Prelievo Erariale Unico, ha eroso in maniera sensibile i margini di profitto, ma a far pagare il prezzo più caro al settore terrestre è ovviamente la grande ascesa dell’online. Dal 2020 in poi, infatti, la crescita del gioco a distanza ha spostato l’interesse del pubblico verso le piattaforme digitali, più accessibili e innovative. Piattaforme che attraggono per la loro comodità, ma non solo. La maggiore varietà di giochi e la possibilità di usare forme di bonus senza deposito sui casinò online hanno cambiato abitudini e stili di gioco, rendendo il gioco in rete il comparto più importante della filiera. Basta vedere i numeri: tra il 2019 e il 2022, la raccolta online è aumentata di 36,6 miliardi di euro e nel 2023 ha rappresentato il 56% della raccolta totale.

Sorpasso avvenuto, insomma. Con una crisi sempre più marcata. Una crisi che è strutturale, che riguarda i consumi e gli stili di vita. E che accomuna il gambling a tanti altri settori produttivi ed economici del nostro paese. È un mondo digitale quello in cui viviamo, un mondo in cui la rete la fa da padrona. Basta saperla conoscere e utilizzare. E non dimenticarsi del tutto dei settori tradizionali.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 15 settembre – Presentiamo oggi la nuova veste grafica di Monreale News, il nostro quotidiano, al quale diamo un nuovo look, un nuovo aspetto.

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