Gli sfruttati delle elezioni per 3.88 euro l’ora, con bollo e vidimazione statale

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 20 giugno – Dopo la proclamazione del sindaco Alberto Arcidiacono avvenuta la scorsa settimana dopo le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno scorso, l’Ufficio elettorale centrale del Tribunale di Palermo, presieduto dal magistrato Stefano Sajeva, oggi pomeriggio ha proclamato gli eletti nel nuovo Consiglio comunale di Monreale.

Si dice che le elezioni rappresentino la massima espressione della democrazia rappresentativa in cui lo Stato garantisce, ad ogni livello istituzionale, l’espressione del diritto di voto e quindi, teoricamente anche della libertà di pensiero affidata con la circostanza all’interpretazione degli eletti.
Senza volere entrare in disquisizioni poco comprensibili e ancor meno interessanti, mi sembra doveroso sottolineare un aspetto che stride gravemente con il senso delle elezioni stesse.
Mi riferisco alla costituzione dei seggi elettorali che garantiscono il vero e proprio diritto di voto e la corretta celebrazioni di ogni fase elettorale: preparazione delle schede; votazione e identificazione degli effettivi aventi diritto; spoglio e verifica delle schede votate; verbalizzazione e consegna delle stesse presso l’ufficio centrale.

Questo lavoro, in occasione delle ultime elezioni è partito sabato mattina alle ore 7 e quasi sempre è proceduto fino all’età 23.30, in una sfiancante non stop di 16 ore e mezza.
Il tempo di qualche ora di sonno e si è fatta domenica mattina.
Quindi, apertura del seggio alle ore 7 con votazioni fino alle 23. A seguire, per almeno altre 3 ore e mezza, è il tempo dello scrutinio delle elezioni europee. Dunque, altre 19 ore e mezza di fila, senza tregua. Qualche altra ora di sonno ed è subito lunedì con ripresa alle ore 14. e scrutinio fino, mediamente, alle ore 20.
Totale 42 ore di lavoro in un arco di due giorni e mezzo, considerate le brevi pause e a dispetto di ogni rispetto del lavoro delle persone coinvolte.

Al termine delle operazioni, presidenti, segretari e scrutatori, in due giorni e mezzo hanno fatto le stesse ore di lavoro di un operaio edile in una settimana piena. Ovviamente, nessuno grida allo scandalo. Si dirà che si tratta di un fatto occasionale. Ma allora perché non remunerare questa “occasionalità” con una retribuzione equa non inferiore alle 9 euro l’ora, come tanto tiene a sottolineare spesso Elly Schlein rispetto ad ogni tipologia di lavoro?
Invece, in presenza di 2 schede, europea e comunale, i Presidenti riceveranno (quando li riceveranno) 209,50 euro, pari a 5 euro l’ora. Mentre, gli scrutatori e i segretari: riceveranno (quando li riceveranno) 163 euro, ossia 3.88 l’ora. Insomma, sfruttati come i braccianti africani che raccolgono in Italia pomodori. Meno di un lavavetri ai semafori delle strade; meno di una badante rumena assunta in nero.

Donne e uomini spesso laureati, nella maggior parte giovani, pagati per una miseria, sfruttati in ragione della democrazia che, qui, in questa circostanza sembra una beffa che non riconosce né garantisce i diritti di chi fatica senza alcuna tutela. Ecco spiegato perché sono sempre di più le rinunce, gli abbandoni a componenti di seggio: è chiaro che non ne vale la pena, se se ne può fare a meno.
Si parta allora da qui, ringraziando chi si è fatto il mazzo ai seggi per pochi spicci l’ora. Si raddoppi almeno il loro compenso se non si ha il coraggio di triplicarlo. La democrazia e le sue istituzioni hanno un costo che va sostenuto senza pensare di risparmiare proprio sui componenti dei seggi. Senza perseverare sulla strada della taccagneria, facendosi belli col fondoschiena degli altri.

* ex deputato PD