Riceviamo e pubblichiamo...
Caro maestro,
non avremmo mai pensato di ritrovarci qui così presto. Eppure eccoci qui: le tue allieve, le ultime a cui hai insegnato tanto.
Le tue allieve che fin da piccole si sono affidate a te e hanno deciso di rimanerti a fianco. I ricordi di te in sala riecheggiano nelle nostre menti. I tuoi rimproveri, che spesso ci facevano piangere, hanno portato grandi frutti, sono stati per noi crescita, insieme a tutto il bello che ci hai trasmesso.
Tu hai insegnato a noi ciò per cui sei nato: la danza classica. Ce la porteremo a vita nel cuore, solo grazie a te, perché tu non ci hai solo insegnato i grandi salti, le piroette, ma anche come affrontare la vita e le difficoltà che ci pone.
Maestro, tu ci hai insegnato la vera essenza della danza classica che come dici tu “O la si ama, o le si è indifferenti”; in cui non conta solo il fisico, ma soprattutto la mente e l’intelligenza.
Ricorderemo tutto: i tuoi incoraggiamenti con le tue solite frasi del tipo: “Cà u Signuruzzo v’aiutari, figghie mie’’, prima di entrare sul palco; lo stesso palco, che quando avevamo 5 anni ci sembrava enorme e insormontabile, ma che tu ci hai insegnato ad affrontare.
Anche se negli ultimi tempi la tua scuola si è rimpicciolita, tu non hai mai smesso di insegnare con il tuo immenso amore verso questa disciplina. Ci hai sempre detto di fare le cose con amore e dedizione, esattamente come facevi tu. Vedevi in ognuna di noi qualcosa di speciale, ma non avevi timore di dire realmente quello che pensavi di noi.
La danza che ti hanno insegnato l’hai insegnata a noi: rigorosa, pulita, impegnativa e ‘’cazzuta’’, proprio come te. Tu, infatti, avevi un carattere particolare, ma forte, che hai trasmesso a noi, insegnandoci le situazioni della vita.
Ricorderemo le tue mille esperienze che ci raccontavi: quella volta in cui ci hai detto di aver ballato con Carla Fracci e Rudolf Nureyev, e di quanto facesse divertire tutti; e noi, piccole allieve, ti guardavamo con orgoglio. Eravamo e saremo per sempre orgogliose del nostro Maestro.
Ti renderemo sempre grazie per averci insegnato a cadere, ma soprattutto a rialzarci, facendoci ballare sempre più in alto, a testa e collo alto. Per noi, più che un semplice maestro, eri come un nonno. Ti porteremo sempre nel cuore, buon viaggio.
* Già allieve del maestro Salvatore Renda