Sono trecento piastrelle decorate a mano da nove talentuosi ceramisti provenienti da otto località della Sicilia
MESSINA, 23 ottobre – Trecento piastrelle decorate a mano da nove talentuosi ceramisti provenienti da otto località della Sicilia, tra cui i comuni che fanno parte dell’Associazione Italiana Città della Ceramica: Santo Stefano di Camastra, Caltagirone, Sciacca, Burgio, Monreale e Collesano. Nella periferia di Messina, nell’area del Fondo Saccà, il “Mosaico delle Meraviglie”.
Donare bellezza attraverso l’arte, per contribuire, in modo concreto, alla riqualifica del Fondo Saccà, un’area della periferia di Messina interessata da un importante progetto di rigenerazione urbana e riconvertita secondo principi di sostenibilità ambientale: è questo l’ambizioso obiettivo del progetto, un’iniziativa promossa da Birra Messina Cristalli di Sale con il patrocinio del Comune di Messina e realizzata con l’importante collaborazione di Fondazione Me.S.S.In.A. e dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO (AIGU), affinché la forza della bellezza possa essere d’ispirazione e generare altra bellezza, permettendo a tutti di riscoprire la Meraviglia che risiede nelle cose inaspettate e straordinarie.
L'opera artistica porta anche la firma della ceramista e figlia d’arte Maria Grazia Bonsignore, presidente Confartigianato Palermo, che dal 1989 cura la produzione e la direzione commerciale del laboratorio di ceramiche artistiche “Elisa Messina”. "Per il progetto del Mosaico delle Meraviglie, gli artisti sian stati liberi di creare e seguire le loro idee - dice Bonsignore - rappresentando ciò che ritengono importante esprimere della loro terra". Per Maria Grazia la meraviglia più grande è la vita, la natura, ciò di cui riusciamo a godere. “C’è uno splendore elegante nella nostra terra - prosegue - che è sempre molto affascinante e in grado di meravigliare".
L’ispirazione per il Mosaico delle Meraviglie
"A Monreale, più precisamente all’esterno della chiesa della Collegiata - commenta - si trova il pannello in maiolica più grande d’Italia. Fu realizzato nel 1718 in una fabbrica palermitana dove si producevano i ‘mattoni valenza’ per le pavimentazioni delle chiese e delle ville nobiliari, che venivano decorate con festoni un po’ barocchi in cui venivano raffigurati elementi floreali, frutti, uccelli, pesci.
Quello che desidero esprimere con il mio lavoro - spiega - è l’omaggio all’antica tradizione della maiolica siciliana celebrando l’immutabile valore di bellezza e rispetto della natura che ci circonda, da cui traiamo i frutti per il sostentamento dello spirito e del corpo.