Per mezzo secolo ha insegnato volley in giro per la Sicilia
MONREALE, 5 ottobre – Al telefono ci sentivano saltuariamente. L’argomento, manco a dirlo, era sempre lo stesso: la pallavolo. Per me, appassionato di sport, un tema gradevole, oltre che un’importante materia professionale, per lui, invece, era la vita.
L’approccio era scontato, così come la replica, con un botta e risposta che aveva sempre lo stesso clichè: “Buonasera professore, come sta?” “Comu i vicchiareddi”, mi apostrofava lui. Mentiva spudoratamente, perché Carlo Giannetto non era affatto un vicchiareddu. Era un uomo pieno di vitalità e di entusiasmo. Uno che manco un infarto, che lo aveva aggredito qualche anno fa, aveva scalfito. Qualità da uomo indistruttibile che lo hanno accompagnato nei tantissimi anni di insegnamento scolastico, oltre che di pratica sportiva. Un inesauribile, vulcanico crogiolo di iniziative, di propositi e di progetti sportivi. Come si dice spesso in siciliano, uno che non voleva perdere “mancu a scupa”.
Lo avevo conosciuto poco più che bambino, quando, dopo la scuola media, mi affacciai alla vita da studente del liceo classico di Monreale. Lui era l’insegnante di educazione fisica. Un uomo energico, dalla voce tonante, che ci faceva “spirdare” e faceva tremare i muri quando si accorgeva di un comportamento indisciplinato o della poca voglia di sgobbare di qualcuno degli studenti.
Era uno con il quale dovevi lavorare, senza alternative, senza possibilità di scelta. Dovevi impegnarti per fare bene a te stesso, al tuo fisico, ma soprattutto al concetto che i risultati arrivano solo col sudore e con la fatica. Temutissimi i suoi esercizi per rinforzare gli addominali, al termine dei quali magari sentivamo i crampi allo stomaco, ma che tanto bene hanno fatto a molti di noi ed al nostro sviluppo fisico.
A capire che la pallavolo era il suo cavallo di battaglia ci si impiegavano trenta secondi. È stato lui a insegnarmi l’abc di questo sport meraviglioso, a come posizionarmi nel migliore dei modi per effettuare una ricezione, un bagher o una “veloce”, una conclusione offensiva portata centralmente che oggi, con un linguaggio più moderno, si chiama “primo tempo”. Indimenticabili le partite dei campionati studenteschi, le trasferte al liceo classico “Garibaldi” di Partinico, sede di accese sfide fra i due istituti, che noi vivevamo come se giocassimo in Nazionale.
Così come è impossibile dimenticare gli allenamenti serali nella palestra di quella che allora si chiamava la “scuola d’arte”, oggi liceo artistico “Mario D’Aleo", quando la via Biagio Giordano, più o meno 40 anni fa, era solo tracciata e non ancora asfaltata.
Carlo Giannetto ha avuto una carriera lunga e prestigiosa ed all’attività pallavolistica ha avviato decine e decine di giovani, che oggi certamente gli devono tanto e che, verosimilmente, da ieri avranno il magone allo stomaco, sapendo che quel coach burbero e severo, ma anche preparato e professionale, non c’è più.
L’ultima grande gioia gliel’hanno regalata le ragazze della squadra che con un acronimo porta il suo nome: la New Gi.Ca., che non più tardi dello scorso mese di maggio erano state protagoniste di una storica promozione in Serie C.
L’indomani mi chiamò, per ringraziarmi per la telecronaca diretta che (con grande piacere) avevo condotto su MonrealeNews per documentare l'avvenimento, ma soprattutto per chiedermi di stargli al fianco nella stagione sportiva che inizierà fra qualche giorno. In realtà a ringraziarlo avrei dovuto essere io, perché buona parte del mio bagaglio di conoscenze, che in telecronaca mi era tornato assai utile, me lo aveva insegnato lui.
Adesso non starà più in panchina, perché la malattia che lo ha afflitto negli ultimi mesi ha vinto tutti e tre set e quindi anche il match. Siamo certi, però, che lassù la panchina non gli mancherà e che le voci le “butterà” anche lì. Come sempre, a suon di decibel, richiamerà tutti alla grinta e all’impegno ed ancora una volta avrà ragione lui. Fai buon viaggio, prof. La Monreale sportiva ti ringrazia col cuore.
I funerali si terranno domani (venerdì 6 ottobre), alle ore 15 nella chiesa di Santa Teresa a Monreale.
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