Corruzione al parco archeologico di Selinunte, nei guai ex direttore e funzionari

Sei misure cautelari, coinvolti anche imprenditori

PALERMO, 7 marzo - Corruzione al Parco archeologico di Selinunte. Alle prime luci dell'alba, i finanzieri del Comando provinciale di Trapani hanno eseguito sei misure cautelari, emesse dal gip di Marsala su richiesta della locale Procura, a carico di pubblici ufficiali e privati imprenditori di origine agrigentina e palermitana.

Tutti sono indagati, a vario titolo, per aver preso parte a episodi di corruzione e abuso d'ufficio negli anni 2020 e 2021 nel Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, uno dei più straordinari siti di interesse storico, culturale e artistico del Mediterraneo, al primo posto in Europa per estensione territoriale, meta annuale di numerosi visitatori e studiosi provenienti da ogni parte del mondo.

Il gip ha disposto la temporanea interdizione dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione. Le indagini, condotte dalle Fiamme gialle di Castelvetrano, scattate nell'estate del 2020 e andate avanti per quasi due anni, hanno consentito di accertare "molteplici irregolarità" nella concessione di appalti pubblici da parte dell'ente archeologico. Sarebbero emersi, infatti, numerosi episodi illeciti a carico dell'allora direttore del Parco, di due funzionari regionali e tre imprenditori.
(Adnkronos)