Palermo, oggi commemorati Pio La Torre e Rosario Di Salvo a 40 anni dalla loro uccisione
La manifestazione, organizzata dal Centro Studi Pio La Torre, ha visto la partecipazione di decine di autorità e figure istituzionali
PALERMO, 30 aprile – L’intera mattinata di oggi, tra le mura e le colonne del suggestivo Cortile Maqueda di Palazzo Reale, è stata all’insegna della memoria: commovente e allo stesso tempo necessario, infatti, è stato ricordare Pio La Torre e Rosario Di Salvo, nel 40esimo anniversario del loro duplice omicidio ordito da Cosa Nostra.
Erano le 9.20 circa del 30 aprile 1982, quando una raffica di colpi d’arma da fuoco li freddò in piazza Turba, a Palermo, dopo lunghi periodi fatti di intimidazioni e minacce.
Metodi molto cari alla mafia, che non riuscirono però a scalfire la coraggiosa dedizione del dirigente del PCI e sindacalista e del suo collaboratore, anch’egli militante impegnato. E’ grazie alla legge Rognoni-La Torre, approvata il 13 settembre dello stesso anno, che l’associazione mafiosa divenne reato e che lo Stato poté iniziare a colpire i mafiosi nei loro interessi economici e patrimoniali, un’intuizione che rappresenta a oggi la colonna portante del contrasto alla criminalità organizzata. Pio La Torre aveva compreso, infatti, che un boss incarcerato ma ricco era molto più potente e pericoloso di uno in libertà, privato di tutti i suoi beni.
Molteplici gli interventi di autorità e figure istituzionali presenti nel corso della cerimonia presentata dalla giornalista Marina Turco. Queste le parole del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta: “E’ importante pensare a Pio La Torre e Rosario Di Salvo come esseri umani in carne e ossa, che hanno scelto di non voltarsi dall’altra parte. Questo dev’essere d’esempio per i giovani, affinché possano sempre tenere a mente che cambiare in meglio la società non è un’impresa impossibile”. Rivolto alle nuove generazioni anche l’appello del sindaco Leoluca Orlando: “Palermo ha cambiato e deve continuare a cambiare volto grazie alla coscienza civica di ragazzi e ragazze”.
Si tratta del pensiero cardine alla base del Progetto Educativo Antimafia condotto dal Centro Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre, che anno dopo anno coinvolge centinaia di scuole di tutta la penisola, da nord a sud: “Abbiamo sconfitto le mafie degli anni precedenti, ma le nuove mafie dovranno essere debellate dai più giovani, che costituiscono il nostro futuro. Per questo cerchiamo sempre di contribuire, con le nostre risorse, alla sedimentazione di una coscienza civica che possa renderli fautori di una nuova democrazia e di una società libera dal crimine organizzato. Pio La Torre ha avuto, tra i tanti, anche il grande merito di rendere la lotta antimafia trasversale alle classi” è quanto affermato dal presidente del Centro Studi, Vito Lo Monaco.
Alla manifestazione hanno preso parte anche il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, l’europarlamentare Caterina Chinnici, il presidente della Commissione regionale antimafia Claudio Fava e il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Molto toccanti le parole di Franco La Torre e Tiziana Di Salvo, che quarant’anni fa persero parti insostituibili delle loro famiglie e delle loro vite e che hanno aiutato a comprendere come Cosa Nostra sia stata barbaramente capace non solo di radere al suolo aspettative di legalità e di vita migliore, ma anche legami, affetti, sentimenti, lasciando ferite inguaribili ed eterne.
Un pensiero a Pio La Torre e Rosario Di Salvo è stato rivolto anche dal presidente del Consiglio Comunale di Monreale, Marco Intravaia: “Ricorre oggi il quarantesimo anniversario della barbara uccisione di Pio La Torre, caduto sotto i colpi della mafia insieme a Rosario Di Salvo. A Monreale ricoprì la carica di consigliere comunale dal 1964 al 1968, lasciando in eredità il suo fervore civico e il suo coraggio. Pio La Torre rappresenta per tutte le istituzioni e, in modo particolare, per il Consiglio comunale che mi onoro di rappresentare e di cui fece parte, un modello di politica senza compromessi, impegnata nella difesa della legalità e del bene comune. Se oggi esiste il reato di associazione mafiosa e la possibilità di aggredire i patrimoni criminali è grazie ad un impegno consumato fino all'estremo sacrificio, verso cui tutti abbiamo il dovere di essere grati”.
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