Diverse le donazioni pervenute da cittadini e realtà locali. Arcidiacono: "Attendiamo indicazioni dalla prefettura per la spedizione del carico"
MONREALE, 5 marzo – Decine di pacchi pieni di viveri, vestiti, medicine e coperte che saranno spediti in Ucraina: è la risposta di Monreale all’emergenza della guerra che purtroppo prosegue da settimane. Sono molteplici le donazioni da parte di cittadini e realtà sociali che stanno contribuendo al tavolo di solidarietà per aiutare il popolo ucraino.
La raccolta di beni di prima necessità è stata attivata dal comune di Monreale. A supporto dell'iniziativa, l'associazione Overland che in questi giorni si sta occupando di organizzare le donazioni ricevute. Per quanto riguarda il carico il comune non ha ancora individuato una destinazione dove spedire. "Stiamo valutando tre canali - spiega Alberto Arcidiacono, sindaco di Monreale - e siamo in attesa delle indicazioni da parte della Prefettura che dovrebbero arrivare a breve". In Sicilia si è messa in moto la macchina organizzativa dell'accoglienza predisposta dalla Regione Siciliana per i profughi dell'Ucraina. Lo rende noto il presidente della Regione Nello Musumeci, in seguito all'ordinanza di Protezione civile nazionale che delega le Regioni a mettere in campo le azioni di accoglienza e assistenza a favore dei cittadini in fuga dall'Ucraina. Intanto in viaggio sono tre le persone ucraine che saranno accolte a Monreale. "Alcune ore fa - ha detto il presidente Musumeci - il capo della Protezione civile Curcio ha firmato l'ordinanza che impegna il presidente della Regione quale responsabile della organizzazione per l'accoglienza dei profughi. Lavorerò d'intesa con i nove prefetti, con gli enti locali e con tutte le istituzioni che vorranno adoperarsi in questo senso. Abbiamo già dato disponibilità alla Croce Rossa per fare arrivare farmaci in Ucraina, mentre mettiamo a disposizione in Sicilia un certo numero di posti letto nelle strutture sanitarie, destinati soprattutto ai bambini. Siamo pronti a questo ulteriore gesto di generosità, in una terra che è stata sempre culla di accoglienza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, nella speranza che questa assurda guerra possa presto concludersi con il buon lavoro della diplomazia".