Ecco i punti del Patto per la scuola al centro del Paese

Reclutamento docenti, sicurezza, potenziamento ed innovazione al centro dell’accordo tra ministero e sindacati

ROMA, 23 maggio –È stato siglato lo scorso 20 maggio il Patto per la scuola al centro del Paese fortemente voluto dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, condiviso dai sindacati rappresentativi del mondo della scuola.

Sicuramente si tratta di una svolta importante che rimette al centro del dibattito la scuola italiana e le sue potenzialità, cercando di ricondurre ad un quadro unitario le più cogenti misure per il suo rilancio in attesa ormai da tempo.

Ed è proprio questo che è possibile leggere nelle premesse del documento, ovvero la consapevolezza che il futuro dell’Italia sarà nelle mani dei giovani che oggi frequentano le scuole. Non a caso il documento siglato cerca di rimettere ordine in un settore come quello della scuola che negli ultimi due anni ha visto il susseguirsi di quattro ministri e di diverse linee programmatiche mai pienamente decollate fino ad oggi.

A partire dal reclutamento dei docenti con lo stallo dei concorsi ordinari banditi un anno fa e non ancora espletati: proprio per questo il patto punta a regolarizzare le procedure per il reclutamento dei docenti non alimentando più precariato attraverso procedure semplificate a partire dal prossimo settembre.

Obiettivi prioritari saranno poi la garanzia della sicurezza degli ambienti scolastici, la lotta alla dispersione scolastica, il perseguimento della continuità didattica, la promozione della sinergia tra scuola e ricerca, il potenziamento della formazione dei docenti e di percorsi formativi per dirigenti e personale ATA. Altro capitolo importante è quello sugli investimenti, per il quale il patto si propone la previsione di efficaci politiche salariali, forme di valorizzazione di tutto il personale della scuola insieme con un adeguato riconoscimento di tutte le professionalità operanti nelle scuole.

Attraverso le risorse del PNRR l’obiettivo resta quello di ridurre i divari territoriali nel campo dell’istruzione, prevedendo altresì il rafforzamento delle autonomie scolastiche e del rapporto tra centro e periferia. Per fare ciò sarà necessario adottare provvedimenti legislativi di semplificazione e armonizzazione attraverso la redazione di un Testo Unico.

In chiusura del patto si prevedono l’apertura di un confronto sulla mobilità del personale scolastico, la ridefinizione delle responsabilità dei dirigenti in materia di sicurezza negli edifici scolastici, il rilancio dell’orientamento scolastico e la riduzione del numero di alunni per classe ed istituzione scolastica.

I ventuno punti programmatici rappresentano le istanze di cambiamento e riforma che il mondo della scuola si aspetta adesso diventino concreta realtà. C’è da dire che se da un lato l’intento è sicuramente propositivo, occorre che le parole non restino soltanto intenti ma si traducano già dal prossimo anno scolastico in concreta operatività. Anche perché l’anno scolastico volge ormai al termine ed il primo punto del piano con cui il governo dovrà confrontarsi è proprio quello del reclutamento dei docenti. Intanto, stando allo sblocco dei concorsi, si attende la partenza del concorso scuola ordinario, sperando che la nuova formula semplificata possa davvero portare quanto prima in cattedra i docenti di cui la scuola italiana ha tanto bisogno.