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Cimitero comunale, quei loculi avvolti dall'erba spontanea

| Silvio Cancemi | Cronaca varia

A ripulire l'area di sepoltura dei propri cari molto spesso sono gli stessi visitatori

MONREALE, 9 maggio – Se a incolonnarsi nelle pagine dei quotidiani, nell'ultimo periodo, è stata la questione riguardante l'alquanto critica condizione d'emergenza al deposito del cimitero monumentale, questo oggi proposto è sicuramente uno di quegli aspetti (altrettanto emergenziali, ndr.) cui molto spesso si lascia scivolare un opaco velo d'ombra.

 Loculi funebri, completamente e indecorosamente avvolti dalla vegetazione spontanea. Questi in particolare – attenzionabili nella foto copertina – sono quelli posti esattamente di fronte i corridoi della ''Mutua Assistenza Autonoma fra combattenti reduci militari in congedo di Monreale''. Una superficie che, se non fosse per la presenza di alcuni mesti visitatori dei propri cari defunti e per la sagoma di qualche fortunata lapide appena visibile, ai più potrebbe addirittura apparire come un anonimo spazio verde, certamente non atto alla sepoltura.

Triste senz'altro la vista di questi – gli stessi visitatori – costretti non solo a prestare attenzione, tra il fogliame, a non inciampare in qualche loculo ma addirittura a ripulire dell'erba – con le loro stesse mani – l'area attorno alla lapide e lo spazio dedicato all'ubicazione della sepoltura. Compito, quello della ripulitura e della bonifica, che dovrebbe invece spettare agli addetti comunali ai servizi cimiteriali, ovviamente sotto interventi programmati dall'assessorato competente con eventuali collaborazioni esterne.

Una condizione che non potrebbe che definirsi inaccettabile – volendo esser eufemisticamente clementi – certamente meritevole di risposte e di pronto intervento. Il rischio se non altro è che l'attenzione giustamente catalizzata nell'ideazione di alcuni nuovi loculi che possano dare un po' più di respiro al deposito funerario, lasci invece che morto e sepolto sia il decoro di chi questa vita l'ha lasciata nella consapevolezza che le sue spoglie albergassero con requie e serenità.

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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