Quando la dignità vale il prezzo di 50 centesimi... di parcheggio

Quando la furbizia non è sinonimo d'intelligenza: il curioso atteggiamento di un cittadino ieri sera a piazza Fedele

MONREALE, 9 febbraio - Ore 19,20 circa. Scendendo le scale che da piazza Inghilleri portano a piazza Fedele, luogo deputato a parcheggio pubblico e regolamentato dalle strisce blu, è stato possibile assistere, ancora una volta, ad una lezione di inciviltà.

Un disciplina la malacreanza che, se fosse riconosciuta a livello scientifico e dispensata presso le università, varrebbe almeno 16 cfu e, all’automobilista in questione, andrebbe conferita la laurea ad honorem. Proprio così. Che il fatto possa essere di dubbio interesse a livello di cronaca lo riconosciamo, per carità. Ma la nostra linea editoriale ha, da tempo immemore, tentato di sensibilizzare ogni categoria di lettore, promuovendo lodevoli atteggiamenti e denunciando, urbi et orbi, ogni forma di egoismo che lacera, in qualche modo, il quieto vivere all’interno della nostra comunità.

Ebbene sì, perché chi gode della virtù del senso civico potrebbe, apprezzando tali immagini, percepire un lieve fastidio e sentirsi oltraggiato nell’intelligenza. Vero è che la questione parcheggio a Monreale, da tempo, registra numerosi dibattiti e che spesso, il disagio recato dalla cronica congestione dei posti deputati al posteggio delle vetture spinga i conducenti ad optare per alternative originali e poco ortodosse, ma diciamoci la verità: non ci sembra questo il caso.

In quell’ora, il parcheggio di piazza Fedele, non è eccessivamente gettonato, offrendo pertanto, con le diverse postazioni disponibili, la possibilità di lasciare la propria auto ed allontanarsi serenamente, insieme alla propria coscienza dal profumo di lavanda, al modico prezzo di 50 centesimi per un periodo di un’ora: il prezzo della dignità. Valore, questo, possibilmente troppo oneroso per chi decide in piena libertà di ostruire egoisticamente un tratto pedonale, pur di consentire la carrabile viabilità: “Va beh - avrà pensato - le macchine così passano”.