Via Regione Siciliana, piazzola belvedere più pulita: gli effetti delle sanzioni?

Da giorni larea gode di un certo decoro a discapito di altre zone colpite da rifiuti. Intanto qualcuno fa lo gnorri

MONREALE, 5 novembre – Sembra surreale, ma non lo è. Abbiamo monitorato quotidianamente la situazione e lo so, si fa fatica a crederci. Eppure è successo: il belvedere attiguo alla curva a gomito di via Regione Siciliana, cronicamente afflitto da cumuli di monnezza di vario genere, si presenta da diverse settimana in maniera piuttosto dignitosa.

Frutto di un’improvvisa vocazione dei cittadini a rispettare il propripo territorio oppure è segno di una gonorrea rettale – perdonate l’eufemismo – percepita dagli stessi incivili una volta incassata l’ammenda salata? La patologia, retoricamente parlando, dovrebbe essere la risposta. Secondi indiscrezioni, in questi mesi, numerose sono state le sanzioni – circa 600€, ndr – recapitate a chi è stato beccato dall’occhio artificiale intento “ad abbandonare i rifiuti – si legge in un verbale –  fuori dall’orario consentito a quanto riportato nell’Ordinanza Sind. n.17 del 04/07/2018” e altrettanti sono stati i ricorsi, considerando la possibile errata citazione dell’atto amministrativo, che prevede a regolamentare gli orari per il conferimento dei rifiuti tramite il servizio di raccolta “porta a porta”, prestazione di cui non gode l’intera zona. Ma questa è un’altra storia.

Tuttavia, è possibile oggi apprezzare all’interno di quell’area un’armonia del tutto decorosa. Certo, permangono cumuli di copertoni sul fronte opposto ai cassonetti, ma l’accatastamento regolare degli stessi non turba particolarmente il contesto, anzi, suggerirebbe un plauso all’autore per l’espressione artistica contemporanea prodotta. Insomma, quello show room a costo zero – così lo definii il 13 agosto scorso – per il momento, non esiste più, sebbene restano afflitte da rifiuti ulteriori zone della medesima via. Intanto, ieri pomeriggio, qualcuno pensava di commettere l’infrazione, ma l’occhio indiscreto del mio cellulare intento ad immortalare l’utopica realtà, la costringeva a rientrare in auto e ad andar via.

“Signora – le dissi – non è questo l’orario”.
“Alle 18” esclamò.
“No – risposi – Dalle 19”.
Erano soltanto le 17:30.