Depredato e vandalizzato: ciò che resta dell'asilo Carrubbella

Per la ristrutturazione erano pronti 200 mila euro dai fondi Pac, ma nulla si è più mosso dal 2016. LE FOTO

MONREALE, 27 agosto – In un'immagine potentissima e destinata a passare alla storia, Ungaretti - in San Martino del Carso - usò definire l'atrocità della distruzione attraverso un accostamento dissonante, ma solo in apparenza: "brandello di muro".

Questa è la medesima sensazione che si prova addentrandosi all'interno di quella che è ormai la cruda carcassa di un edificio, come l'asilo nido Carrubbella, troppo a lungo abbandonato alla mercé di delinquenti e ladri. Nulla v'è più rimasto all'interno. O meglio, proprio nulla nulla no. Macerie, scarti edilizi, rifiuti di qualsivoglia natura fanno compagnia al silenzio di un luogo predato e ormai spogliato di tutto ciò che di utile c'era (ovviamente per i ladri, ndr). Dalla mobilia scolastica che doveva affollare le diverse stanze - porte e finestre comprese - fino ad arrivare alle mattonelle che dovevano rivestire lo strato di pavimentazione. Persino le lampadine, figurarsi se avrebbero potuto avere qualche chance di sopravvivenza. Tutt'intorno alla struttura, come se non bastasse, una foltissima cupola di vegetazione spontanea occlude quasi totalmente il passaggio, addentrandosi barbaramente anche dalle finestre. Ultimo, "naturale" raid per un luogo che di raid ne ha visti abbastanza, forse troppi. 

Ciò che stupisce - e che se studiata attentamente ha dell'incredibile - è la storia dell'asilo comunale di via Togliatti. Ripetutamente vandalizzata e poi completamete svuotata della proprie funzionalità, nel maggio del 2015, già sotto l'amministrazione Capizzi, il Comune aveva presentato un progetto di ristrutturazione - nell'ambito del Piano di Coesione nazionale per i "Servizi di cura all'infanzia e agli anziani non autosufficienti" - che avrebbe dovuto portare fondi utili alla riapertura. Contemporaneamente si presentavano i progetti per accedere al secondo riparto dei fondi PAC Infanzia. Già nel luglio dello stesso anno qualcosa cominciò a muoversi, con la nomina del responsabile unico del procedimento e del progettista dei lavori, sulla scorta dell'impegno di spesa - in qualità di cofinanziamento - da parte del Comune di 47 mila euro, calcolati sulla base del numero di utenti fruitori della struttura.

La bella notizia arriva a gennaio 2016, quando al Comune viene recapitato finalmente l'esito positivo del progetto di ristrutturazione. Dai fondi PAC sarebbero dovuti arrivare dunque 200 mila euro. Una storia a lieto fine, certo. Non foss'altro che nessun bando di gara fu indetto da quel momento in poi, nessuna somma fu versata dal comune come cofinanziamento per poter poi accedere al finanziamento concreto. In definitiva, nessuna pietra fu mai posata da quel momento poi all'interno di un luogo che oggi continua ad attraversare la sua personale Odissea.