Le nuove generazioni, la nostra speranza: presentato oggi il libro di Amelia Crisantino ''Capire la mafia''

Con l’autrice hanno dialogato al museo “Salinas” Aurelio Angelini e Nino Caleca

PALERMO, 1 dicembre – Si è tenuta oggi presso il museo archeologico Salinas di Palermo la presentazione del volume “Capire la mafia. Dal feudo alla finanza”, opera della scrittrice monrealese Amelia Crisantino.
A dialogare con l’autrice Nino Caleca, giudice e avvocato, ed Aurelio Angelini, docente universitario e direttore della Fondazione Unesco Sicilia.

La presentazione è stata aperta da Masino Lombardo, responsabile di Coopculture, che ha ospitato l’evento culturale all’interno del concept store del museo.
L’autrice ha ringraziato, in apertura, il pubblico presente e gli ospiti che sono intervenuti a dialogare con lei sul suo nuovo volume.
Aurelio Angelini ha aperto la discussione, tracciando una breve descrizione della pubblicazione che racconta la storia del fenomeno mafioso in una versione che può essere sicuramente di sussidio per le scuole e, quindi, facilmente accessibile per gli studenti.

“Il fenomeno mafioso dal punto di vista culturale ha avuto una presenza invasiva, storicizzata e radicata nella società siciliana, ma il libro di Amelia Crisantino - ha affermato Angelini- offre una serie di spunti di riflessione con risposte accennate e non date che ci suggeriscono come la conoscenza delle evoluzioni storiche possa ancora oggi essere un elemento di approfondimento utile per il lungo lavoro che occorre fare ancora per sconfiggere questa piaga della nostra società .
La mafia oggi è un fenomeno rigenerato e simbiotico - ha continuato Angelini- la cui presenza immanente è insita nel modo di pensare per cui occorre sviluppare dal punto di vista civico una cultura che faccia in modo che il rispetto delle regole diventi la norma da seguire e occasioni di riflessione, come quella offerta da questa nuova pubblicazione sul tema, ci lasciano sperare in un riscatto sempre più progressivo.”
Di un libro “onesto” che cerca la verità, offrendo spunti storici nuovi nella lettura del fenomeno mafioso - ha parlato nel suo intervento Nino Caleca - soffermandosi sull’aspetto storico del libro.
“Le difficoltà storiche non sempre hanno permesso di distinguere in Sicilia il bene dal male - ha detto Caleca - e sembrerebbe quasi impossibile sconfiggere la mafia, dal momento che per la Sicilia si è sempre scelto un ruolo subalterno, per cui occorre un cambio di rotta rispetto al passato ed il libro di Amelia Crisantino è davvero importante al fine di aumentare la conoscenza del fenomeno e la sua storia in rapporto alle evoluzioni storico- politiche della nostra regione ed utile perciò a sfatare alcuni luoghi comuni sull’argomento".


In chiusura Amelia Crisantino ha ricordato come la Sicilia sia storicamente una terra di frontiera, dove la fedeltà diventa una competenza secolare e ha alimentato così il sistema mafioso.
Per l’autrice, però, c’è un rimedio contro questo sistema e quest’ultimo è rappresentato dalle nuove generazioni che studiano, spesso formandosi fuori dal nostro territorio e che sono perciò capaci di vedere la realtà con occhi diversi, accanto all’esortazione rivolta proprio all’esercizio delle competenze civiche e all’esercizio di una cittadinanza sempre più attiva.