La manifestazione era organizzata dall’associazione Mons Realis. LE FOTO
MONREALE, 19 ottobre – “Custodire e preservare tutti i monumenti e i documenti del passato per costruire il futuro”. Questo l’incipit dell’intervento introduttivo del sindaco Alberto Arcidiacono al laboratorio di restauro del libro antico svoltosi stamattina a Monreale presso la sala “San Benedetto” del complesso monumentale “Guglielmo II” e organizzato dall’associazione Mons Realis, in collaborazione con il comune di Monreale, l’archivio storico diocesano di Monreale e la biblioteca centrale della Regione siciliana.
L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di Daniela Campanella e Francesco Di Stefano, provenienti dalla biblioteca regionale, nella veste di restauratori, che hanno saputo coinvolgere e interessare con la descrizione delle varie fasi del restauro del libro antico i ragazzi dell’istituto Antonio Veneziano accompagnati dalle insegnanti Romina Lo Piccolo e Lucina Guardì e quelli dell’istituto “Francesca Morvillo” accompagnati dall’insegnante Giusi Bellovino, è stata una occasione per trasferire ai cittadini monrealesi del futuro una maggiore conoscenza e consapevolezza dell’enorme patrimonio storico e culturale di cui è depositaria la città di Monreale, scrigno di bellezza e cultura.
“Il documento è monumento – dichiara Giovanni Vitale, direttore dell’archivio storico diocesano – citando una massima di J Le Goff- e la storia di Monreale è tanto ricca e affascinante che dovrebbe diventare materia scolastica obbligatoria per ogni cittadino di questa città”.
L’incontro, che ha visto, fra gli altri, la partecipazione dagli assessori Rosanna Giannetto e Ignazio Davì , del presidente dell’Associazione Mons Realis, Angelo Granà e di don Giuseppe Salamone, rettore del santuario del SS. Crocifisso sarà replicato anche domani presso la stessa sede a partire dalle ore 10.
A conclusione dei lavori sotto la magistrale guida della d.ssa Ignazia Ferraro, bibliotecaria comunale, i ragazzi hanno potuto ammirare alcuni fra i più preziosi e antichi manoscritti, custoditi nella biblioteca comunale “Santa Maria la Nuova”, scoprendo, alcuni per la prima volta, la sacralità di un luogo che è da sempre sintesi di cultura, storia e spiritualità.